Le due soluzioni possibili per il riconoscimento economico agricolo
Un impegno portato avanti da Federica Senno e dalla sua associazione è per il giusto riconoscimento economico del lavoro agricolo. Dal campo alla tavola, spesso i prezzi lievitano di molto, ma agli agricoltori resta magari poco. E, spesso, purtroppo, lavorano anche in perdita. Questa è una situazione assolutamente insostenibile.
Così, spiega: “Ci sono almeno due strade che si possono prendere: la prima, è quella che ognuno di noi può scegliere di andare ad acquistare il prodotto direttamente dall’agricoltore. Cioè, saltare i passaggi intermedi che si trovano all’interno della grande distribuzione. Questo è quello che ogni singola persona può fare: recarsi nell’azienda agricola, nei mercati agricoli che ci sono in tutte le città e acquistare direttamente dal produttore.”
“L’altra cosa che invece di cui si sta occupando la CIA a livello nazionale, è quello di presentare al parlamento una proposta di legge che vuole tutelare il reddito dell’agricoltore e dare un giusto valore al prodotto agricolo. Molto spesso, al supermercato troviamo dei prodotti (es. cavolo a €3, in realtà all’agricoltore è stato riconosciuto un prezzo, nella migliore delle ipotesi, di 30 centesimi). In mezzo c’è un valore che si perde all’interno della filiera.”
Una legge basata sull’equità contrattuale e la trasparenza nei prezzi
Poi, specifica: “All’interno di questa proposta di legge ci sono tre principali pilastri. Il cercare di dare una maggiore forza contrattuale all’interno della filiera. Dare un equa ridistribuzione del valore all’interno della filiera, per cui cercare di distribuire il valore in maniera equa a tutti i soggetti. E cercare di rafforzare il rapporto fiduciario tra consumatore e produttore.”
“Io credo che, in maniera provocatoria, se all’interno dei supermercati o di qualunque attività commerciale, venisse esposto oltre al prezzo di vendita, anche il prezzo di acquisto dall’agricoltore, sarebbe ancora più evidente questa discrepanza tra i due anelli più deboli della filiera: il produttore e il consumatore. Entrambi non hanno un potere contrattuale, per cui cercano di essere tutelati all’interno di questa proposta di legge.”
GUARDA ANCHE: Le strategie CIA per un’agricoltura sostenibile