Cultura e Spettacolo

Bussolà Forte di Murano si reinventa per i 1600 anni di Venezia

Alla riscoperta del dolce tipico di Murano: il Bussolà Forte, si reinventa in occasione dei 1600 anni di Venezia

Ricerca bibliografica, arte, contaminazione, manualità, lavoro di squadra. Sono queste le parole d’ordine alla base del progetto che ha portato un gruppo di muranesi e veneziani, amanti delle tradizioni e della storia di Venezia, a riscoprire il “Bussolà Forte”. Si tratta di un dolce di cui si trovano le prime tracce nel 1600 grazie ad un diario quotidiano di un vetraio muranese, Francesco Luna, che lo descrive come presente tra le pietanze di un matrimonio.

Bussolà Forte: la tradizione e l’idea

Oggi questo tipico dolce muranese viene riproposto grazie all’antica ricetta tramandata a Murano di famiglia in famiglia, in un packaging moderno e artistico studiato appositamente per celebrare i 1600 anni di Venezia.

Bussolà Forte nasce da un’idea, da una serata tra amici veneziani e muranesi (Fabio Busetto, Gherardo Toso, Marco Toso Borella, Alberto Toso Fei, Roberto Mazzetto) che, come accadeva negli antichi caffè letterari, hanno il proprio punto di ritrovo e di chiacchiera creativa nella Antica Bottega del Tintoretto a Cannaregio in Campo dei Mori.

Un luogo magico, un atelier, ma al tempo stesso una tipografia, uno studio di grafica, un laboratorio dove le idee nascono quasi per effetto endemico ispirate da chi, Jacopo Robusti detto il Tintoretto, in quei locali ci ha vissuto.

Gherardo Toso presenta il Bussolà Forte e le sue origini

“Il Bussolà Forte è un dolce tipico dell’isola di Murano perché non si trova da nessun’altra parte – spiega Gherardo Toso, muranese e gestore di un’osteria a Venezia, pasticcere e depositario della ricetta -. Un dolce particolare, medioevale che ha delle radici molto antiche e negli ingredienti contiene tutta la storia di Venezia.

Troviamo la farina, la melassa e non zucchero, frutta candita e secca, cioccolato e le spezie che han fatto la ricchezza di Venezia, dalla noce moscata alla cannella fino al pepe bianco. È un dolce inventato dai nostri avi che abbiamo semplicemente riproposto per i 1600 anni.

Veniva consumato in due date particolari a Murano: il 25 marzo, giorno dell’annunciazione e che corrisponde con la presunta nascita di Venezia, e il 6 di dicembre, festa di San Nicolò patrono dell’isola”.

Il packaging del Bussolà Forte illustrato da Roberto Mazzetto

Il Bussolà Forte, una volta pronto, in questa special edition per i 1600 anni di Venezia, viene adagiato dentro una confezione di cartoncino decorato che è essa stessa una piccola opera d’arte. Di forma ottagonale, ricorda la vera da pozzo veneziano con il buco al centro.

“Siamo sotto la casa del Tintoretto e ci piace lavorare su progetti legati alla storia di Venezia – spiega Roberto Mazzetto, della Bottega del Tintoretto -. Noi lavoriamo la carta, la pieghiamo e questo suggerimento ottagonale ci ha spinto a scommettere di questo formato. Non facciamo scatole, ma opere d’arte in grado di valorizzare il tatto. Abbiamo lavorato sull’altezza obbligata dal dolce, che per noi è a sua volta un’opera d’arte.

Non era progettata se non al momento in cui ce l’han chiesto. È dunque frutto e miracolo dell’uso e della manualità e della trasformazione. La ceralacca finale che viene apposta a chiusura della scatola protegge la confezione per il cliente che la riceve. Le scatole sono fatte a mano una per una e la ceralacca certifica la paternità di questa scatola. Il timbro con il galletto ricorda Murano e la provenienza del Bussolà Forte”.

La scatola del dolce riporta delle frasi

Sui lati della scatola, sono incise alcune frasi. Sono tratte dal diario quotidiano di Francesco Luna, un vetraio muranese che “parametra se stesso in base a ciò che accade attorno” spiega Marco Toso Borella, maestro vetraio storico. Egli ha scavato tra libri e raccolte assieme ad Alberto Toso Fei per arrivare a conoscere perfettamente la genesi del Bussolà Forte.

Una delle iscrizioni riportate sulla scatola dice ‘…e oggi al matrimonio ci sono stati bussolai forti’. “Luna, con questa frase, vuole dare al Bussolà l’importanza come un simbolo di una festa. Murano aveva un ruolo di tenutaria di segreti millenari sul vetro, un’isola nell’isola. Coniava una propria moneta, l’osella, che veniva consegnata ai maestri vetrai e li faceva sentire nobili.

Il Bussolà diventa così simbolo della peculiarità del muranese ovvero un privilegiato. La ricerca della ricetta, la sua presentazione, rendono anche la scatola parte integrante del progetto perché racconta tutto ciò che c’è dietro.

Venezia è sempre stata la reazione di ciò che accadeva intorno: Venezia e Murano erano pragmatiche. Il Bussolà è il dolce di Murano fatto da noi, per noi e per chi vuole mangiarlo. E in questo caso per chi vuole conoscerlo non solo con il gusto, ma intende andare oltre, nella storia”.

L’intervento di Fabio Busetto

Fabio Busetto è stato come il collante di questo gruppo di amici veneziani e muranesi. Ognuno con una propria peculiarità. Mettendoli assieme, in uno dei giovedì sera trascorsi nella Bottega del Tintoretto, ha fatto scaturire l’idea, il progetto. “Il packaging è nato per valorizzare i 1600 di Venezia. Volevamo trovare una forma diversa di celebrazione, attiva, in grado di coinvolgere e di far interagire chi il Bussolà Forte lo assaggerà e lo scoprirà – spiega Fabio Busetto -. Questo è un valore di squadra come la città stessa: talenti diversi hanno creato un prodotto che vuole essere il messaggero dei 1600.

La produzione per ora è limitata, ma siamo dialogando con pasticceri e panettieri veneziani per aiutarci a produrre il Bussolà Forte in quantitativi maggiori e perché non sia solo un prodotto di nicchia. Tra poco avremo un sito e delle pagine social dedicate.

E non ci fermeremo al 25 marzo del 2022. Perché il nostro scopo è quello di far conoscere questa ed altre tradizioni veneziane anche oltre le celebrazioni dei 1660 di Venezia”.

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