In questa puntata ci si chiede se la classe dirigente politica esiste ancora e se esiterà nel futuro. In questi giorni, infatti, stiamo attendendo l’esito delle elezioni in Sardegna, mentre qui in Veneto si parla delle elezioni e del terzo mandato. Non permettere un terzo mandato è sinonimo di perdita della vecchia classe dirigente. Ed è quello che sta accadendo in Sardegna in questo momento.
Le elezioni in Sardegna, un caso anomalo
Il senatore Speranzon parla della Sardegna come una regione particolare perchè tutti coloro i quali hanno governato a distanza di cinque anni non sono stati riconfermati. Nell’isola, a suo dire, esiste una molteplicità di partiti con una connotazione politica poco definibile.
In questo momento c’è un testa a testa tra di candidati di centro destra e centro sinistra. Storicamente, spiega Speranzon, in Sardegna le liste autonomiste e civiche determinano in modo decisivo la vittoria o la sconfitta di un candidato, quindi vince chi ottiene il consenso locale.
Nell’Isola Fratelli d’Italia non si è imposto sulla Lega per avere un proprio candidato, ma ha ritenuto che il candidato Solinas, investito da provvedimenti giudiziari, non rappresentasse cinque anni di buon governo dati i sondaggi pregressi.
Uno scenario veneto positivo per Speranzon
Nel Veneto lo scenario visto da Speranzon è tranquillo. Lui ha sempre sostenuto precedentemente candidati di destra. Perciò le nuove elezioni non lo spaventano, ma è convinto che il centro destra sia in grado di governare la regione.
Il terzo mandato nel Veneto già c’è, per cui è un problema per Speranzon non si pone. Smentisce le voci della sua candidatura a Presidente di Regione o sindaco di Venezia, ma non esclude alcuna futura possibilità. Ci sono altre personalità che per ora sono ottime scelte per la carica di Presidente di Regione per dare una nuova spinta rispetto alle necessità del territorio da amministrare.
La classe dirigente futura a Venezia e a Mestre
Per quanto riguarda Venezia, dice il Senatore, la città storica va tutelata da un lato, ma va anche messa in condizione di poter restare una città viva. Il ticket d’accesso ideologicamente non è accettabile, ma per la città storica di Venezia nel particolare, visto il grande afflusso turistico, è necessario prendere determinate misure.
Nella terraferma un problema importante è legato al cannibalismo turistico e all’impossibilità di affittare le case agli studenti. È un problema che risale al fatto che ci sono case anche antiche, i cui costi di ristrutturazione spesso superano il valore immobiliare delle stesse abitazioni. Perciò, a suo avviso, rischiano negli anni di diventare dei b&b o dei dormitori per i lavoratori.
Sulla terraferma bisogna, invece, lavorare per consentirle di essere un valore aggiunto. La terraferma potrebbe compensare delle carenze che ci sono nel centro storico. Ci parla, invero, di servizi e di divertimento. Spera per un prossimo Consiglio Comunale che guardi anche al futuro della terraferma.
Venezia inevitabilmente, per la conformazione della città e le conformazioni edilizie non può permettere ai bambini di avere degli spazi ludici. Se pensiamo al turismo bisogna pensare anche a spazi utili per le famiglie numerose. Bisogna far sì che Venezia e Mestre siano città complementari, che si completano. Queste sono le parole del senatore.