Critiche e preoccupazioni su Starbucks
Se ne parla da anni, ma solo oggi si ufficializza la notizia: aprirà uno Starbucks in centro a Venezia, vicino a Campo San Bartolomio. Starbucks è una catena di caffetterie nata a Seattle nel 1971 che ormai è diventata una multinazionale della ristorazione, accumulando un fatturato di 25 miliardi di euro e dando occupazione a 330.000 dipendenti.
Finora la penetrazione di Starbucks in Italia era stata difficile data la cultura enogastronomica nazionale. Ora, dopo altre città Italiane, è il momento di Venezia di dare il benvenuto a questa catena statunitense.
Marina: un rischio per l’identità e l’economia locale
Marina, un’insegnante, è la nostra prima ospite e ha paura per l’indotto della ristorazione veneziana dopo l’arrivo di Starbucks nell’isola. A suo parere potrebbe veicolare i turisti internazionale al consumo non tradizionale e in seguito ad un accumulo di sporcizia nel centro storico. Il branding, a suo dire, vincerebbe sulla tradizionalità dell’osteria perchè più accessibile.
Il marchio internazionale, inoltre, non tutelerà sicuramente il mercato dei dipendenti. Infatti, sono molte le denunce a questa società per sfruttamento del personale. Il turismo che c’è a Venezia non è di tipo responsabile, non c’è cultura nel viaggio. Se proprio deve esserci Starbucks Marina lo accetta se in stazione Santa Lucia, perchè sarebbe una zona di passaggio. La qualità del prodotto, da lei testato, non sarebbe eccezionale. La catena potrebbe produrre maggiori rifiuti in plastica data la natura da fast food di quest’azienda.
Il turismo mordi e fuggi, infine, rischierebbe di far assaporare poco la città ai turisti che, in questo modo, entrerebbero a Venezia per prendere un caffè non italiano e un souvenir a poco prezzo per poi ritornare al loro viaggio di ritorno.
Marco: l’italianità non sarà compromessa da Starbucks
Il nostro secondo ospite è Marco, un professore che vive in provincia di Venezia. la sua opinione parte dall’assunto che l’offerta è sempre positiva perchè dà possibilità a chi si trova a Venezia di poter scegliere tra una gamma di prodotti.
La presenza di questa catena potrebbe a suo avviso anche perdere valore all’interno del contesto veneziano perchè questo è un luogo pieno di contesti tradizionali e caratteristici. La gente che arriverebbe a Venezia sarebbe più incuriosita dalle peculiarità del mercato locale, più che da una catena mondiale che si può trovare ovunque. Il turista può andare da Starbucks per comodità, ma non rinuncerà al consumo in un caffè tipico locale. Conviene anche lui, come Marina, che ci sia una protezione: non deve esser posizionata in zone culturalmente sensibili; deve rispettare le norme dei lavoratori.
Marco pensa che il turista medio è attratto dall’italianità a loro proposta. Venezia avrebbe dunque le carte in regola per non perdere la propria identità. L’ideale, infine, sarebbe ubicare la catena in stazione Venezia Santa Lucia.
Venezia e il caffè, una storia di tradizione e identità
Venezia, in qualità di porta dell’Oriente, importava merci dall’Asia e una di quelle che importava, tra le prime in Europa, è stata proprio il caffè. Le prime caffetterie d’Europa sono nate proprio a Venezia attorio al 1645.
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