Senza essere didascalica l’installazione visibile fino al 16 Aprile a San Servolo delinea bene il fenomeno del disagio mentale nella prima metà del ‘900, quando una semplice anomalia caratteriale poteva portare alla reclusione in manicomio.
La storia di Linda
Non è fortunatamente il caso di Linda che, dopo tormentate vicissitudini, riuscirà a lasciarsi definitivamente alle spalle la drammatica esperienza del manicomio. Ma andiamo per ordine, nell’Aprile 1944 Linda ha 17 anni, è orfana di padre e madre e le due sorelle che vivono a Venezia la mettono in collegio.
Linda però è insofferente alle regole e preferisce andare a servizio in una famiglia. Anche lì non riesce ad obbedire e a star zitta così viene spedita al ricovero San Lorenzo per donne povere e malate. Ma il suo carattere litigioso la condanna presto a Manicomio con la diagnosi di eccitamento psico-motorio. Dopo neanche una settimana il primo elettroshock a cui ne seguiranno tanti altri. Il calvario è ancora lungo perchè a Linda viene inoculata la malaria, ha sempre la febbre, alterna crisi di pianto a crisi di ribellione e finisce al padiglione delle agitate.
Poi si ammala di Tifo e le vengono anche la pleurite e la polmonite. Tra ascessi e piaghe per mesi e mesi è sul punto di morire. Finalmente finita la guerra da Roma arriva un signore che Linda lì per lì non riconosce. E’ il fratello che la prende per mano e la porta a casa sua. Linda è una delle poche fortunate che non metterà più piede in manicomio.
GUARDA ANCHE: