Dopo la strage del cavalcavia superiore di Marghera avvenuta il 3 ottobre scorso, il bus della società La Linea è stato messo sotto indagini.
Il bus della società La Linea caduto dal cavalcavia superiore di Marghera il 3 ottobre scorso, aveva le autorizzazioni per transitare nel tratto di strada che conduce anche all’autostrada. Evapora dunque uno degli interrogativi sorti in queste ore, che avrebbe potuto dare un indirizzo diverso dall’inchiesta inviata dalla Procura di Venezia, per individuare le cause dell’incidente.
La strage del cavalcavia
Rimane inoltre, del tutto misteriosa, la dinamica che ha portato Alberto Rizzotto, l’autista del bus, a sbandare. Andò raschiando per 50 metri il guardrail, mentre trasportava 35 turisti al Camping Hu ex Jolly di ritorno a una gita a Venezia.
Importante sarà l’esito dell’autopsia del corpo dell’autista, che si saprà tra 9 giorni.
Intanto la polizia locale si è regata presso la sede della società La Linea, per acquisire dati sul pullman e sul tragitto; ossia, per conoscere lo stato di manutenzione e i percorsi effettuati.
Procura di Venezia
In attesa dell’incarico ai periti per analizzare della scatola nera, che la Procura non ha ancora dato. Il Procuratore Bruno Cherchi inoltre, ha dato disposizione affinché si cerchi in archivio, a Marghera, il dossier sul cavalcavia e i timori sulla sua sicurezza di cui tanto si parla. Lui non ne ricorda l’esistenza.
Riguardo la situazione dei feriti, sono scesi a 7 i pazienti ricoverati in terapia intensiva. Quelli in situazioni critiche da 3 a 2. Rimangono ricoverati in tutto in 14.
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