L’indagine sulla strage del bus
Si tratta di una notizia che potrebbe non cambiare nulla se la frattura dello sterzo si fosse originata in seguito alla caduta della strage. Invece, cambierebbe radicalmente tutta la lettura dell’incidente se la rottura fosse avvenuta prima del volo dal cavalcavia che ha causato la morte di 21 persone e ferito 15, e alcune di loro irrimediabilmente.
I periti sono al lavoro per capire quando lo sterzo è diventato inservibile. Inoltre, gli esiti assieme alle perizie sulla meccanica del mezzo, alla tenuta strutturale del cavalcavia e alle scatole nere a bordo dovrebbero essere depositati per la fine del mese di Febbraio.
Tra trauma cranico e possibile infarto cardiaco, ipotesi contrastanti sul decesso dell’autista
Per il momento sono state concluse e rese note soltanto le perizie sulla salma dell’autista Alberto Rizzotto. Le perizie pubblicate sono due e, in qualche modo, anche contrastanti. Il medico legale Guido Viel, nel corso dell’analisi del corpo dell’uomo, ha dichiarato di non aver trovato prova che l’uomo abbia avuto un infarto. La morte, dichiara il medico, sarebbe sopravvenuta per via di un trauma cranico.
D’altro canto, la cardiologa Gabriella Basso, a cui è stato chiesto un approfondimento dei tessuti cardiaci dell’autista, ipotizza la possibilità di un malore cardiaco. Quest’idea è sorta dato che Alberto Rizzotto aveva una patologia coronarica.
GUARDA ANCHE: Mestre, stazione treni: il ponte a scavalco c’era già
Un Commento