Strage di Mestre: il capo della Procura di Venezia Bruno Cherchi ha disposto una perizia sul buco del guardrail del cavalcavia.
Lo spazio di servizio di protezione dove si è infilato il bus, guidato da Alberto Rizzotto, e precipitato da un’altezza di 15 metri, è sotto accusa in queste ultime ore.
Strage di Mestre: la perizia sul buco
Non solo la breccia, che secondo i parametri di sicurezza sarebbe rischiosa, ma anche la ringhiera rugginosa posta dietro il guardrail non era più a norma. Era vecchia di 60 anni e bassa, ed il suo ancoraggio dimostra tutti i segni del tempo secondo queste immagini.
Da un mese erano ricominciate il lavori di risanamento, circa 6 milioni e 300 mila euro è il costo di un progetto i cui primi rilievi erano partiti il 22 marzo 2016. E’ un intervento tardivo secondo le polemiche alzate nelle ultime 24 ore.
La zona del resto è nevralgica: ci passano centinaia di camion al giorno e sotto c’è il faro dei binari della stazione ferroviaria più frequentata della regione.
Deduzioni
L’Assessore Renato Boraso alle infrastrutture del Comune di Venezia, si è dichiarato pronto a tutelare in ogni sede il nome del Comune di Venezia. e i suoi collaboratori, contro illazioni che definisce vergognose.
Renato Boraso
“Quel buco”, ha detto: “è un varco di sicurezza di servizio, previsto dal progetto originario del manufatto.” inoltre Boraso sostiene che nessuna barriera avrebbe fermato la corsa un mezzo pesante 13 tonnellate. Ha invece posto l’accento sul fatto che non vi fossero sull’asfalto segni di fermata o sterzata, dopo che per 50 metri il bus ha strisciato sul guardrail.
L’autista
La Procura ha infatti disposto oggi l’autopsia fatta sul corpo dell’autista, Alberto Rizzotto. Saranno effettuati anche controlli sulla cella telefonica della zona, per capire se l’omo fosse al cellulare al momento della sciagura.
Insomma, tutte le ipotesi sono plausibili, l’unica pista che la Procura ha escluso è quella dell’impatto con un altro mezzo.
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