L’Avapo Venezia si occupa di assistenza ai malati oncologici e, fin dalla pandemia, esclusivamente a domicilio.
“Per noi Veneziani è consuetudine gestire l’acqua alta, stivali e logistiche varie per raggiungere la destinazione; è chiaro che un medico durante l’acqua alta può fare poco in un giorno solo, ma noi conosciamo questa realtà e possiamo fare molto” racconta Teresa Baldi Guarinoni.
Avapo Venezia
“Quest’anno con l’asta annuale abbiamo raccolto 15000 euro, che possono sembrare poca cosa rispetto alle decine di migliaia degli anni scorsi, ma l’impegno che ha reso questo risultato possibile oggigiorno non va sottovalutato; ci sono state ansie ma il risultato giustifica tutto”.
In febbraio i volontari di Avapo sono stati allontanati dagli ospedali, dove offrivano assistenza ai pazienti di oncologia.
“Chiaramente non ci hanno cacciato quanto invitato a farci da parte; quella mattina ci hanno chiesto di rimanere a casa; negli ospedali c’è stata una riorganizzazione dei posti letto per necessità legate al Covid. Ci sono tutt’ora pazienti in oncologia, diciamo che arrivati a una certa fase della malattia, e con le restrizioni sulle visite negli ospedali, per alcuni pazienti si può prospettare di essere accuditi a casa. In questo scenario noi possiamo offrire aiuto” afferma la presidente.
“Avapo Venezia e Mestre sono convenzionate dall’Ulss, l’equipe medica e infermieristica sono coordinate da noi, il costo lo copre per due terzi l’Ulss e per un terzo da noi”; afferma la Guarinoni.
“Sicuramente è vero che nel corso di quest’anno i pazienti assistiti a domicilio da noi sono aumentati, noi forniamo molte cose, recentemente anche ecografie; si fanno vari interventi di tipo medico e molto di infermieristico, certo serve collaborazione dei familiari per riferimento alla nostra equipe”.
“Molti di noi ora sono in standby, ma collaboriamo il nucleo palliative per consegne di risorse mediche, cerchiamo di dare una mano e non ci fermiamo”.