Veneto e l’area vasta Padova-Rovigo-Treviso-Venezia sarà capitale della cultura d’impresa 2022. Con il patrocinio del ministero della cultura. Il governo nazionale riconosce al Veneto un merito dal punto di vista delle sue attività lavorative, produttive, manifatturiere, importante. Il sindacato cos’ha da dire su questo aspetto? Ce ne parla Tiziana Basso, segretaria CGIL Regione Veneto. GUARDA L’INTERVISTA: Aumenti salariali e costi per le imprese
Tiziana Basso, segretaria CGIL Regione Veneto
“Penso che sia importante tornare su questo tema, che è la cultura d’impresa. Si è in parte abbandonato, rispetto ad alcuni temi più pregnanti come emergenze, crisi finanziaria del 2012, la crisi dovuta alla pandemia, adesso la crisi internazionale, il tema del valore dell’impresa. Anche noi lo riconosciamo, però pensiamo che possa aumentare rispetto ai temi del coinvolgimento. Quindi di ragionare assieme su alcuni temi, compreso quello dello sviluppo. Noi abbiamo delle proposte e quindi vorremmo che ci fosse un confronto”.
La formazione, nell’ambito di un’area che sarà capitale della cultura d’impresa, è fondamentale. Invece siamo penultimi in Europa per percentuale di laureati tra i 30 e 34 anni, dopo l’Italia c’è solo la Romania. Anche il Veneto è molto sotto la media nazionale. Le imprese se vogliono innovarsi, con questi tassi di formazione, ce la possono fare?
“In questa regione viviamo una dicotomia. Da una parte ci vorrebbero giovani pronti per il lavoro. Parliamo molto di apprendistato di primo livello, quindi durante le superiori, parliamo poco di apprendistato di terzo livello che è quello delle università. C’è questa dicotomia perchè da una parte si vorrebbe il giovane laureato in astrofisica, meccatronica o informatica, ma dall’altra parte vorremmo anche il giovane domani al tornio dell’impresa. E’ una dicotomia”.
La necessità di formare al cambiamento
“Dobbiamo pensare che dobbiamo fare un investimento, c’è un tema di dispersione molto alto. I ragazzi si iscrivono anche all’università, ma poi escono. Abbiamo una percentuale più alta della media italiana anche su questo. Abbiamo pochi laureati e più laureate. Io credo che anche l’impresa deve fare una riflessione su questo perchè il tema della formazione, che non può essere una formazione utile solo al lavoro che mi serve oggi. Noi dobbiamo formare giovani uomini e giovani donne a essere flessibili al cambiamento e ad adattarsi ai cambiamenti. Perchè la formazione di persone pronte ad andare a lavorare io non ci credo”.
“Anche un ingegnere fa l’ingegnere, ma l’ingegneria cambia, anche in modo molto veloce. Allora la persona, se ha le competenze per poter cambiare, lo fa. Ci vuole una formazione che sia, per tutta la vita. Devo avere anche la possibilità di essere flessibile e di poter cambiare, perchè il lavoro cambia velocemente”.
Tiziana Basso, aiutare le famiglie e favorire le imprese
“Le imprese devono aumentare la loro capacità formativa. Noi abbiamo un problema con i giovani: il dato demografico ci dice che nella nostra regione sono pochi. Abbiamo un problema non solo di spingere, lo possiamo fare anche con la contrattazione aiutando le famiglie che mandano i ragazzi all’università Perchè non è semplice con il tema dei redditi mandare i ragazzi all’università. Quindi possiamo anche lavorare sulla contrattazione per aiutare le famiglie che scelgono di mandare i giovani all’università. Come sindacato possiamo fare questo”.
“Dobbiamo però interloquire con le imprese e spiegargli che non possono avere il ventenne al lavoro subito e anche il laureato dopo. Perchè è incompatibile la cosa”.
Il rettore dello IUAV, Benno Albrecht, ha sostenuto che noi avremo in Italia un incremento degli iscritti all’università nei prossimi anni. E’ un processo inevitabile. Sulla base di studi, ma anche vedendo quello che è successo negli altri paesi come Francia e Germania. E’ una buona notizia. Lo IUAV ha preparato un progetto per gestire questo raddoppio di studenti. Oggi abbiamo l’occasione di rendere le imprese più aperte alla formazione.
Collaborazione tra sindacato e università
“Su questi temi c’è sicuramente una buona interlocuzione con le università, perciò potremo sicuramente dare il nostro contributo. Dobbiamo anche pensare alla riqualificazione di chi adesso è al lavoro. Penso che il sistema dell’istruzione possa dare un contributo. Perchè non tutte le aziende possono avere la capacità formativa. Avremo un cambiamento forte e i lavoratori dovranno adeguarsi e cambiare. Quindi dobbiamo dargli degli strumenti perchè possano rimanere a lavorare con nuove competenze. Questo è un tema fondamentale: pensiamo che la formazione per le persone debba essere per tutta la vita lavorativa” ha concluso Tiziana Basso.