Oggi, in collegamento Skype, abbiamo intervistato Tommaso Sichero, ristoratore veneziano, in merito alla riapertura dei bar e ristoranti. Questo primi giorno servirà per calibrare le attività, ma da domani o prossima settimana bisogna ripartire.
Le dichiarazioni di Tommaso Sichero
“Oggi, primo giorno di zona gialla, è servito a studiare come i cittadini hanno recepito la notizia della riapertura. Nonostante ciò Venezia è ancora un po’ chiusa e noi abbiamo avuto un periodo difficile. Riapriamo con tante domande e paure, ma spero che con il passare del tempo tutto migliori.”
“Perché non possiamo svolgere, alle 18, la stessa attività delle 12? Venezia, città unica nel suo genere, vive di turismo. Non potendo esserci, ci possiamo solo rivolgere alla clientela veneziana che abbiamo mantenuto nel tempo. Voglio ricordare che ristorazione non vuol dire movida. Inoltre si potrebbero inserire nei menù dei percorsi eno-gastronomici di cose caratteristiche veneziane”.
Chi è stato più colpito dalla crisi sanitaria?
“Sicuramente gli hotel di Lusso e in generale tutti gli hotel che non possono lavorare. Ma anche i ristoranti come i miei sono stati colpiti, i ristori arrivati si aggirano attorno al 6% del fatturato. I nostri bilanci sono formati per i 2/3 da voci di costo, penso sia facile capire che la percentuale di ristoro non basta per tener duro”.
“Venezia ha vissuto, per tanti di questi mesi, come una città fantasma”. Prosegue Tommaso Sichero.
Avrebbe avuto senso tenere aperti i ristoranti con il ricircolo d’aria?
“L’idea di Arrigo Cipriani è sicuramente giusta, ma per Venezia non funziona. Una città che vive di solo turismo non può pensare di realizzare certi profitti quando i turisti non ci sono. Io vorrei mandare un messaggio ai cittadini locali e non e ai turisti, ma purtroppo bisogna guardare la realtà. Siamo reduci da chiusure e l’unica clientela è quella locale”.
Il Carnevale può portare speranza
“I musei civici, come detto da Cristina Gribaudi, riapriranno durante Carnevale e non può che essere un bene per i ristoranti veneziani. Nonostante l’evento non esista tra le vie di Venezia, speriamo che possa comunque attirare dei turisti”.
“Le domande in questo anno sono state tante, molti hanno pensato di chiudere e cambiare mestiere. I mesi di margine non sono molti, forse 2 o 3 mesi. Il virus può si scomparire d’estate, ma d’inverno? Non ha senso lavorare a stagioni perché sarebbe una rincorsa a chi fattura di più”. Conclude così Tommaso Sichero.