80 chili di eroina è l’ammontare della droga sequestrata e che è gravitata attorno ad un’officina tra San Donà e Noventa
Qui si creavano dei doppifondi nelle auto per nascondere la sostanza stupefacente durante i passaggi alla frontiera. La Direzione Distrettuale Antimafia di Venezia ha coordinato la guardia di finanza in un inchiesta durata due anni e che ha portato all’arresto di nove albanesi.
Il boss risiedeva a San Donà e non si esclude che proprio dal sandonatese sia partita l’eroina gialla purissima che ha provocato la morte di una decina di persone per overdose a Mestre. L’ultima è di ieri, si chiama Simone Rasi, 42 enne di Marghera, è stato trovato in bagno dai genitori senza vita. I sequestri però potrebbero essere la punta di un’iceberg.
Ci sono voluti ottanta finanzieri per far scattare stamane all’alba l’operazione condotta con le fiamme gialle di Pisa ed effettuare perquisizioni, arresti e sopralluoghi.
La droga giungeva dall’estero a bordo di auto con ingegnosi doppifondi e corredate da sistemi di radiolocalizzazione. Era in grado di monitorare minuto per minuto l’itinerario seguito dai veicoli, i cui conducenti erano insospettabili in precarie condizioni economiche.