Cos’è il traffico di influenze, il reato contestato a Tiziano Renzi

L’indagine su Tiziano Renzi ipotizza il reato di traffico di influenze illecite, per aver esercitato pressioni su funzionari pubblici al fine di ottenere un trattamento di favore.

Oggi parleremo di un reato particolare, il traffico di influenze illecite, è difficile capire cosa ha voluto dire il legislatore. Facciamo un po’ di chiarezza, il reato in questione era nato per colpire comportamenti opachi di faccendieri, elfi del sottobosco politico e mine vaganti del lessico, in una delle tante aree grigie del lobbismo. Ne parliamo perché man mano sta conquistando popolarità per via di tutte le inchieste dei giorni passati.

Il reato di traffico di influenze è una recente acquisizione nel nostro ordinamento, previsto dall’articolo 346 bis del Codice penale. Introdotto con la Legge Severino per la lotta contro la corruzione, questo reato si ispira al diritto anglosassone e in particolare alla legislazione americana (sezione 201 del titolo 18 “Bribery of public officials and witnesses”, Corruzione di pubblici ufficiali e testimoni). Ma è stato il diritto francese post rivoluzionario il primo a definire e punire già nel 1889 il traffico d’influenze. La ratio della norma consiste nella volontà di agire sul piano preventivo della corruzione nella pubblica amministrazione e per evitare che i privati possano fare pressioni sulle attività di pubblici ufficiali e impedire l’illecito arricchimento dell’intermediario.

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