Trasformazione demografica: “Numeri da paura”

Il Veneto sta affrontando una profonda trasformazione demografica, caratterizzata da un calo delle nascite e un rapido invecchiamento della popolazione, con sfide sociali crescenti

 Il Veneto sta affrontando una significativa trasformazione demografica, con numeri che suscitano preoccupazione e riflessione.

Una sfida alla trasformazione demografica

Roberto Toigo, Segretario regionale Uil, ha evidenziato un calo drammatico nelle nascite dal 2013 al 2023, passando da 41’963 a 30’409.

Questo trend non riguarda solo i veneti nativi, ma anche gli immigrati, il cui contributo alla crescita demografica si è ridotto dal 21% al 18,29%. Questo fenomeno, secondo Toigo, sottolinea un cambiamento culturale diffuso che va affrontato con soluzioni concrete.

Toigo, circa la questione delle nascite e dell’occupazione, evidenzia la carenza di posti negli asili nido nonostante entrambi i genitori spesso lavorino per sostenere economicamente la famiglia. Propone un cambio di tendenza attraverso la creazione di servizi adeguati che sostengano la genitorialità e stimolino la natalità.

L’impatto sul sistema sanitario

Stefano Campostrini, professore di statistica sociale all’Università Ca’ Foscari, aggiunge un altro strato alla complessità demografica. L’invecchiamento della popolazione porta a un aumento delle malattie croniche, imponendo una pressione crescente sui sistemi sanitari e sociali.

La necessità di ripensare il lavoro, considerando una vita lavorativa più lunga e l’utilizzo delle tecnologie, diventa cruciale per adattarsi a questa realtà in evoluzione.

Alberto Cester, primaio geriatra, invita a sfatare i pregiudizi sull’invecchiamento, puntando su ricerca biologica e miglioramento della qualità della vita anziana.

Combatte l’isolamento sociale e propone una visione della geriatria che consideri non solo le malattie, ma anche gli aspetti del vivere bene in età avanzata.

Una risorsa preziosa

Elio Munafò del Comitato scientifico Patronato Uil sottolinea l’importanza di rendere il lavoro non solo sicuro e legale, ma anche gratificante.

La collaborazione intergenerazionale tra anziani e giovani può essere una risorsa preziosa per il futuro, contribuendo a un clima lavorativo più positivo e inclusivo.

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