E’ difficile ricucire le ferite sociali e psicologiche causate dall’isolamento e l’età delle persone in crisi è scesa drasticamente fino a raggiungere i tredicenni. Sentite l’appello dello psichiatra Paolo Crepet.
Paolo Crepet, psichiatra
“Io tutti i giorni praticamente vengo rintracciato da qualche giornalista che mi parla di qualche cosa che è capitata in qualche città d’Italia da tredicenni, quattordicenni, quindicenni che si picchiano, che si drogano, che finiscono in coma etilico. Questa è un’emergenza educativa che sottovalutare è da irresponsabili.
Bisogna riprende da capo, rovesciare questo problema come un calzino a cominciare dalla scuola, ma continuando soprattutto con i genitori. O i genitori capiscono che mettere al mondo un figlio vuol dire educarlo e non solo lasciarlo libero per le strade, oppure non so cosa accadrà”, afferma Crepet.
Dibattiti e incontri
E’ l’allarme che lo psichiatra Paolo Crepet sta lanciando in questi mesi. Interviene a dibattiti e incontri, come quello organizzato dal CAVV-CSV (Centro di Servizio per il volontariato di Venezia) nell’auditorium della sede della città metropolitana, in via Forte Marghera a Mestre. Per aiutare i genitori a trovare un metodo educativo che eviti i fenomeni devastanti che la cronaca registra tutti i giorni.
Crepet si occupa da 30 anni del problema del disagio giovanile. Questo può sfociare nel bullismo, e nella sua versione cyber-bullismo, o nella violenza verbale e/o fisica. La fascia d’età, ha detto, si è allargata. Il fenomeno ora riguarda anche i tredicenni.
Mario Morandi, Presidente Cavv-Cvs
“Ci siamo accorti che anche a causa del covid i ragazzi sono veramente con un sacco di problemi sociali e di aggregazione”, spiega Morandi.
Erano presenti famiglie, insegnanti e dirigenti scolastici. Questi hanno denunciati casi di ragazzi che dopo l’emergenza Covid faticano ad uscire di casa e ad affrontare i compagni. Quindi aumentano le richieste d’aiuto ai centri di neuro-psichiatria o a psicologi privati.
A dialogare con Crepet, c’era il giornalista Enrico Scotton. E al dibattito ha partecipato anche il sindaco di San Donà di Piave, che ha spostato l’attenzione sugli adulti.
Andrea Cereser, Sindaco di San Donà di Piave
“Il problema più che i giovani, sono gli adulti. Allora mentre parliamo del metodo educativo ritrovato per i giovani, io però mi chiedo – ed è una domanda che mi porto dentro da tanto tempo – come riusciamo a incidere sugli adulti?”, domanda Cereser.