Trevisan: “La politica è un’attività necessaria”

Il ruolo della politica è fondamentale, ma la distanza che si è interposta tra essa e la popolazione deve essere ridotta

Nuova puntata di “Sanità Eccellente per Tutti” condotta da Luigi Gandi dal titolo “Rispose sanitarie costose e lente ai cittadini ammalati”. In studio abbiamo: Roberto Barbiero, Pietro Gasparoni, Carlo Trevisan e Gianni Frasson.

Carlo Trevisan, cittadino di Venezia: “Tento di fare un discorso complicatissimo. In crisi è il sistema democratico, come sistema generale. La democrazia nasceva per controllare il re nelle sue spese. La borghesia necessitava di qualcuno che controllasse e limitasse le spese del re, cioè del Governo, e nasce pertanto il Parlamento, la democrazia. È poi diventata uno strumento che, tramite una politica di svendita dell’argenteria del Governo, ne permetteva la rielezione e questo ha favorito la svendita dello Stato per rimanere in Parlamento. È diventata il contrario della sua funzione.

In crisi è questo sistema: il sistema elettorale basato sulla promessa di ciò che non si può dare. Sulla menzogna palese, sull’inattuabilità palese del Ponti sullo Stretto, della tassa unica al 15% che premia solo i ricchi, perchè non premia sicuramente i poveri “.

La disinformazione

Carlo Trevisan: “Occorre una diversa morale della politica e, probabilmente, un ripensamento rispetto a quella democrazia da web che non è democrazia, ma solo disinformazione”.

Luigi Gandi: “Il web e tanti altri social addirittura sono ricchi di censura. Nessuno poi controlla la veridicità di quelle informazioni che vengono date. Non c’è un controllo sociale. L’Ordine dei Giornalisti per esempio non ha il coraggio di dire basta alla censura di coloro che hanno il ‘patentino’ per poter parlare, così come non guarda le fonti che sono invece fondamentali. Non si possono inventare le notizie, ma non c’è nessuno che porta avanti questo discorso sui social.

La nostra televisione è uno strumento democratico, veramente libero, perchè in questo momento stiamo disturbando i direttori generali che vorrebbero una comunicazione perfetta e delle eccellenze. Nessuno nega che ci siano queste eccellenze nella sanità e siamo felici anche noi stessi di promuoverle, laddove esse siano. Però bisogna dire anche la verità e la verità fa male”.

Carlo Trevisan: “La sanità però poi non è uguale tra il Nord e il Sud. Non è uguale in Italia, essere ricoverati in Veneto, in Lombardia o essere ricoverati in altre regioni. Non a caso abbiamo l’emigrazione sanitaria. Bisognerebbe riuscire a regolare meglio le cose”.

Il mestiere della politica

Carlo Trevisan: “Diventa inevitabile dire che la politica debba assumere un’altra morale. È inevitabile dire che il popolo deve un attimo guardare più concretamente non solo a ciò che si dice ma anche a ciò che si fa. È inevitabile pensare a cosa possano fare dei giovani che son passati da bar al banco del Parlamento “.

Luigi Gandi:” Una volta c’era una scuola politica, vero Frasson? ”

Gianni Frasson, cittadino di Zero Branco: ” I partiti una volta avevano tutti la scuola politica. C’erano degli stage, facevano dei convegni. I ragazzi imparavano a far politica e seguivano una sorta di apprendistato”.

Carlo Trevisan: ” C’era il cursus honorum. Dapprima si faceva il Consigliere di Quartiere, poi il Consigliere Comunale, poi l’Assessore poi forse il Consigliere Regionale o il Deputato. Alcuni, dopo due mandati parlamentari facevano il Sottosegratario e dopo tre il Ministro. Questo erano le regole di una volta. Regole stupide forse, ma c’era un’esperienza, una preparazione “.

Pietro Gasparoni, medico: ” C’era un sistema di controllo nell’operato dell’amministratore o rappresentate oplitico. Io per alcuni anni ho fatto l’amministratore al mio paese a Zero Branco. Ma le decisioni che venivano prese in Giunta andavano al vaglio del partito del quartiere, della comunità di Sant’Alberto, di Scandolara c’era un pre-consiglio di partito, un pre-consiglio pubblico e c’era una verifica sull’operato “.

Il dibattito reale

Carlo Trevisan: “Adesso si fa per mail. Questo toglie tanto all’attività politica, e come pretendere che con il dibattito con la teletrasmissione si possa fare un dibattito. Un conto è il dibattito tra persone presenti, un conto è il tele-dibattito. Questo è una cosa diversa, non senti la sensazione dell’altro, non hai assolutamente il rapporto con l’altro. Dobbiamo probabilmente tornare ad un rapporto più umano.

Oggi si vota e non si sa per chi si vota. Il problema è questo. Non dobbiamo dare tutta la colpa alla politica, bisogna riconoscerle una dignità importante. La politica è un’attività necessaria: qualcuno la deve fare. Va allevata però una classe dirigente che sappia farla bene “.

Luigi Gandi: ” Quelli che oggi ci governano dicono che sono la classe dirigente e sono bravi perchè li hanno votati e prendono le decisioni”.

Carlo Trevisan: “Con il 50% di gente che non va a votare, prendere il 30% vuol dire essere il 15%. Quindi da un punto di vista di rapporto tra l’eletto e la popolazione oggi non c’è più. Una volta il parlamentare girava la provincia. Era presente a tutti i convegni, era una fatica”.

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