Le assenze frammentate
Entrato in ruolo presso un istituto scolastico di Treviso nel 2021, l’insegnante ha inizialmente richiesto un periodo di aspettativa. Poi ha presentato numerosi certificati medici che lo dichiaravano malato nei due anni successivi.
La sua gestione delle assenze è stata particolarmente complessa: mai una richiesta di assenza prolungata, ma una serie di certificati a breve termine che hanno reso impossibile alla scuola garantire una continuità didattica tramite supplenti annuali.
L’intervento dell’Ufficio Scolastico Provinciale
Gli studenti hanno sofferto questa situazione, costretti a fronteggiare numerose supplenze brevi, che hanno inciso negativamente sulla loro formazione. Inoltre, il docente si rendeva disponibile durante i fine settimana o nei giorni festivi, quando la scuola era chiusa, complicando ulteriormente la nomina di sostituti.
La situazione è degenerata nei giorni scorsi, quando il professore si è presentato a scuola, convinto di poter riprendere il lavoro come se nulla fosse accaduto. Tuttavia, l’istituto lo ha fermato, comunicandogli che era stato licenziato con il parere favorevole dell’Ufficio Scolastico Provinciale.
La battaglia legale con il docente
Il provvedimento è stato adottato in seguito al conteggio delle sue assenze ingiustificate, che avevano ormai superato ogni limite accettabile.
Riguardo ai certificati di malattia, una commissione di Bari ha esaminato il caso e ha dichiarato il professore idoneo al lavoro, mettendo in dubbio la legittimità delle sue assenze prolungate.
Ora, l’insegnante ha annunciato che intende avviare una battaglia legale per contestare il licenziamento, aprendo così un nuovo capitolo in questa intricata vicenda.
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