La Voce della Città Metropolitana

Ugo Panella e la lotta tra donne afghane e talebani

Da giorni a Noale tra raccolte fondi e simboli contro la violenza sulle donne affissi nei negozi, si combatte il fenomeno. Il 2 dicembre sarà dedicata una serata alle donne in Afghanistan e ai loro diritti negati attraverso i reportage mostrati dal fotoreporter Ugo Panella, impegnato da decenni sui fronti violenti del pianeta

Siamo in collegamento con Ugo Panella, che è un fotografo e giornalista, che ha fatto della cosa grandiose, fantastiche, nei luoghi più terribili, dove nessuno si sognerebbe mai di andare. È andato dove c’erano conflitti, Nicaragua, El Salvador, dove c’era la guerra civile negli anni ’70, ne ha fatte davvero tantissime e sarà qui a Noale il 2 di dicembre, nell’ambito di una settimana organizzata dall’Assessora alla Cultura e pari opportunità Annamaria Tosatto sulla violenza sulle donne. In questo momento si sta occupando anche delle donne in Afghanistan.

Donne che hanno ottenuto il micro credito prima che arrivassero i talebani, ma adesso che sono arrivati, sono in pericolo di vita e ce lo faremo raccontare da lui. Si è occupato anche delle donne che sono state sfregiate con l’acido solforico in Bangladesh e grazie a questo sul reportage il Governo ha preso delle misure per combattere questo fenomeno. È davvero un uomo straordinario e siamo molto felici di averlo in collegamento.

Ugo Panella ci racconti di cosa parlerà il 2 dicembre. Abbiamo anche delle foto che lui ha fatto di quanto sta avvenendo in Afghanistan in questo momento.

“In Afghanistan, come tutti voi sapete, è tutto finito in questi 20 anni di possibilità di una minima apertura soprattutto nei confronti della donna. Dal 15 agosto i talebani hanno ripreso il potere e qua ci sarebbe tanto da raccontare. Evidentemente l’Occidente è stato un po’ cieco in questi 20 anni in quel che succedeva. I talebani di fatto non sé né sono mai andati. Come sapete hanno governato dal 1996 fino al 2001, quando arrivò l’alleanza del Nord, subito dopo l’abbattimento delle Torri Gemelle di New York. I talebani hanno sempre mostrato il volto di allora, così come quello di oggi, anche se hanno cercato di dare un’immagine internazionale più morbida” ha detto Ugo Pannella.

Durante l’occupazione Occidentale dell’Afghanistan, loro si erano un po’ ritirati o giravano ancora?

“Loro erano assolutamente radicati nel territorio. non hanno fatto altro che togliersi i turbanti nel 2001, ma restare assolutamente tra la popolazione. Non dimentichiamo che, essendo l’Afghanistan una società clanica, cioè fatta di clan e ancora prima dei clan contano le etnie. C’è l’etnia pashtun che è quella dominante e di origine persiana. C’è quella meno importante e vessata degli Azara, che sono di stirpe turco-mongola. Per cui ognuno risponde ai signori della guerra.

Loro sono stati sempre radicati nel territorio, motivo per cui hanno potuto prendere in quasi 20 giorni, una nazione intera. Se non avessero avuto l’appoggio di tanta parte della popolazione, questa operazione non sarebbe stata possibile. Questo perché la parte militare, che ha governato questi ultimi 20 anni, era abituata a vedere il paese attraverso i tank e attraverso gli oblò dei tank. Non si è mai mischiata con la popolazione civile. Non ha capito, come l’humus di questa popolazione stava riportando i talebani al potere” ha detto Ugo Panella.

È stato detto che forse dovevano essere arruolate le donne.

“Alcune donne erano arruolate nel’esercito afghano, ma un altro motivo è stato che l’esercito afghano non è mai stato preparato adeguatamente e tanto meno ha combattuto perché al posto loro combattevano i cosi detti contracrtor. Una volta li chiamavano i mercenari. Nel momento in cui loro se ne sono andati, l’esercito è rimasto sprovvisto di qualsiasi abilità tecnica e militare per poter contrastare i talebani”.

Oltretutto hanno fatto anche un’opera di spionaggio, in questi anni hanno avuto anche modo di capire chi collaborava o meno e in questo momento stanno tremando immagino le donne più impegnate.

“Indubbiamente i talebani hanno sempre avuto la possibilità di armarsi. Non dimentichiamo che uno dei motivi fondamentali di questa guerra è stata l’eroina, la droga. L’Afghanistan attualmente è considerato il secondo narco-stato al mondo dopo la Colombia, prima per la cocaina, l’Afghanistan per l’eroina. L’80% del PIL economico vive sulla vendita dell’eroina, mercato che è stato sempre controllato dai talebani perché loro hanno sempre avuto grandi mezzi per armarsi e piano piano prendere molti territori del paese fino a occuparlo completamente.

Se lei pensa che l’intelligence americana, che per altro non era in Afghanistan ma era a Doha, aveva detto che Kabul avrebbe resistito 6 mesi, ma è stata presa in 6 giorni. Questo fa capire cosa c’era dietro. In più gli accordi scellerati che Trump fece a Doha che di fatto ha consegnato il paese ai talebani”.

Certo. Comunque anche li, lo sappiamo, anche Biden condivide questa linea, gli americani hanno dato molto, in questo momento il vero fronte è la Cina. Infatti, molti hanno detto: “Delle donne afghane non interessa nulla a nessuno” ed è il motivo per cui noi la stiamo intervistando. Come stanno vivendo in questo momento le donne in Afghanistan? Ugo Panella mi parlava anche di questa iniziativa del microcredito che è servita per aiutare 9000 donne e che in questo momento forse non stanno più lavorando.

“Si, bisogna fare una distinzione. Io credo che i talebani oggi trovino una popolazione femminile molto diversa da quella che trovarono quando andarono al potere nel 1996. Prima di tutto perché è cresciuta una generazione che non ha ricordo dei talebani se non attraverso i racconti dei propri genitori. È cresciuta piano piano la società civile in venti anni. Le donne hanno avuto il voto, cosa che non avevano prima. Adesso l’orologio della storia si riazzera. Improvvisamente le donne, molte di queste, sono a rischio. Nonostante questo, un mese fa ci sono stati dei cortei di donne sia a Herat, una città ai confini dell’Iran, sia a Kabul, dove hanno manifestato con la vecchia bandiera nazionale una reazione contro il governo dei talebani. Questo sarebbe stato impensabile nel 1996”.

Sono rimasta colpita dal fatto che, quando hanno ucciso recentemente quell’esponente di un movimento di donne che cercava di battersi, non l’hanno uccisa ufficialmente, ma l’hanno fatta da qualcuno; di cui dicono di non conoscere l’identità, e poi è stata trovata brutalizzata e uccisa. Però non è stato un processo di stato, quindi cominciano a preoccuparsi un po’ della loro immagine.

“Lì di processi di stato non ce ne sono. Lì purtroppo c’è ancora un’immagine con una grande luce accesa sulle grandi città, perché loro hanno bisogno di economia quindi i partner economici, soprattutto la Cina che sta estraendo il litio da due anni e sappiamo quanto il litio è strategicamente importante; ma, per il resto, nei villaggi si è spenta la luce.

Nei villaggi stanno facendo dei rastrellamenti, casa per casa, esattamente come i nazisti facevano ne ghetto di Varsavia. Per cui, tutte le donne che hanno manifestato, ognuna di loro è a rischio di vita. Nonostante questo loro lo hanno fatto. Questo fa capire la grande differenza fra il ’96 e questo ritorno. Perché le donne sicuramente tornano indietro. Le hanno già cacciate via da tutti i posti di lavoro, la donna non può più lavorare; dicendo che siccome non può sopportare i carichi di lavoro, loro hanno deciso di non farle lavorare. Quindi sono venuti in loro soccorso” ha detto Ugo Panella.

Questo è già molto, che abbiano usato questo argomento. Invece di usare il Corano. Quindi vuol dire che cominciano a capire che l’argomento del Corano non regge più.

“Sicuramente è una comunicazione, visto che oggi usano il web mentre non lo usavano nel ’96; per edulcorare la pillola”.

Ugo Panella ci può commentare le foto che nel frattempo stanno passando.

“Questi sono i bambini di strada. C’è un grosso problema dei bambini che vengono venduti, all’età di 5-6 anni, ai potenti e ai signori della guerra. Vengono allevati come se fossero ballerini o ballerine, e quindi diventano oggetto di abuso sessuale da parte degli uomini. Poi, a 14-15 anni, li lasciano liberi. Loro non hanno più possibilità di lavoro, non vengono riaccettati dalle famiglie che li avevano venduti, i villaggi li cacciano via; c’è un alto tasso di suicidi. Per le altre foto che stanno scorrendo; vediamo la situazione dell’inverno a Kabul, non dimentichiamo che l’Afghanistan è un paese in altitudine, ci sono le catene del Karakorum. Arrivano vette fino a 7’000 metri.

I villaggi restano isolati per molti messi all’anno quando c’è la neve. Quindi con una difficoltà notevole. Questa donna per tirare su un secchio d’acqua fa un chilometro nella neve. Perché non hanno l’acqua corrente in casa. Case allestite in modo provvisorio, dove il vento entra, senza nessuna possibilità di cambiare o di essere abbastanza vicini alle nostre case. Quando parliamo dell’Afghanistan parliamo di una porta sul tempo. Per noi occidentali se non vedi come loro vivono, diventa difficile capire un paese di quel genere” ha detto Ugo Panella.

Secondo lei c’è un po’ di luce, il fatto che sia cambiata la generazione. Il fatto che si trovano di fronte un altro tipo di donna e di ragazzi, perché magari gli uomini adulti no, ma i ragazzi, la nuova generazione si sente in qualche modo più vicino alle donne. Perché sono i figli di Internet.

“Questo è vero, adesso bisogna vedere perché nessuno di noi ha la palla di vetro. Bisogna vedere se c’è qualcuno che supporterà l’economia dei talebani, su quello si gioca il futuro. Perché se loro non hanno economia, in un paese strozzato la gente si sta vendendo tutto perché non ha più da mangiare. Le rivoluzioni è facile che avvengano. Soprattutto, come dicevo prima, con una coscienza civile del tutto diversa da tanti anni fa. Quindi loro non hanno più il dominio assoluto sulle menti, soprattutto, perché questa generazione, uomini e donne hanno un sentire leggermente diverso. Non dimentichiamo che è una cultura tribale, atavica. Quindi cambiare la mentalità, soprattutto degli uomini, ci vorranno ancora generazioni e generazioni” ha detto Ugo Panella.

Io la ringrazio davvero, ci ha detto un sacco di cose, ma sono solo un anticipo di quello che dirà il 2 dicembre alla sala San Giorgio di Noale, alle 20:45. Rientra nell’ambito di una manifestazione, di un calendario di eventi molto intenso che è stato programmato appunto a Noale dal 20 novembre fino al 2 dicembre. Con raccolte di fondi, attraverso la pasticceria, fiori, esposizione di scarpette rosse; davvero Noale si è data molto da fare. Quindi lei in tutto questo calendario entra perfettamente. Speriamo che vengano i tanti ad ascoltarla. Grazie ancora, è stata una bellissima esperienza sentirla.

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