Gli inizi della carriera medica di Aristide Salvatici in Italia
Aristide Selvatici spiega: “Dopo la specializzazione come anestesista ho lavorato in varie parti, soprattutto brevi periodi a Varese, che è importante perché è un grosso ospedale. Poi,come dicevo, ho lavorato a Jesolo e, infine, arriva Venezia.”
“Qui arrivo al Giustinian, all’epoca uno dei tre ospedali che c’erano in città: Giustinian, Fatebenefratelli e quello civile, oltre a quello del Lido.
Inizia la mia carriera di anestesista e una decina d’anni in chirurgia vascolare, perché il Giustinian si era specializzato in questo settore e questo mi ha portato a fare una enorme esperienza in questo ramo particolare della chirurgia.”
Il pensionamento, le esperienze di guerra e come medico di bordo
Aristide, continua con la spiegazione: “Poi ci fu il pensionamento, seguito dalla parentesi di Gibuti per il Ministero degli Esteri. Là ho lavorato in un ospedale, e successivamente ho fatto l’Operazione Antica Babilonia, in Iraq. Io ero esattamente in Nassiriya, a Baghdad. Ho fatto una grossa esperienza e in questa foto c’è un’ambulanza corazzata dell’epoca che girava per Nassiriya. Ricordo che noi siamo arrivati là dopo la morte di oltre 20 carabinieri.”
Negli ultimi 13 anni post pensionamento, il Aristide Salvatici è stato in giro per il mondo, sempre come medico ma anche come direttore sanitario in navi da crociera. Ha anche scritto un libro, intitolato “Medicina di bordo”.
L’ospite spiega: “Il libro “Medicina di bordo”, in realtà l’ho scritto prima del pensionamento ma si collega al discorso perché mi ha fatto conoscere proprio nell’ambito dell’associazione dei medici di bordo. Un medico non va mai in pensione, lo fa ridotto nel tempo, però continua a farlo. Sono entrato dopo un’ammissione ho navigato ben 2800 giorni, nei quali ho fatto tre giri del mondo.”
Le difficoltà di un medico di bordo durante i giri del mondo
Aristide continua, spiegando la sua esperienza durante i giri del mondo e dichiara: “Qui ho fatto un’esperienza importante, perchè solitamente i passeggeri scendono e sono curati in strutture certamente molto più avanzate e grandi di quello che può essere un infermeria di bordo. Durante il giro del mondo, invece, i passeggeri stavano a bordo anche quattro mesi, quindi uno che aveva un problema se lo tirava avanti per tutto il periodo del viaggio.”
“In più c’erano problematiche locali, la popolazione dei passeggeri delle crociere dei giri del mondo è solitamente anziana. Non ha voglia di ballare, divertirsi, mangiare, fare escursioni e, quindi, si sottopone a tutti quelli che possono essere imprevisti, a volte negativi, di questo ritorno alla giovinezza. C’erano, quindi, molti malati e moltissimo lavoro, da dividerci tra due medici e tre infermieri, si facevano più o meno dalle 2000 alle 3000 visite al giorno.”
GUARDA ANCHE: Aristide Selvatici, viaggio dalle radici familiari