Il futuro delle centrali elettronucleari a fusione
Piero Pedrocco: “È una bella scommessa perché da un lato a Rai 1 dicevano che nel 2030 sarà pronta la prima centrale a contenimento elettromagnetico in Italia. Non aggiunsero “centrale nucleare all’idrogeno a contenimento elettromagnetico” perché va da sé che sei è a contenimento della elettromagnetica è nucleare all’idrogeno.”
“Queste centrali sono più piccole delle centrali nucleari a fissione, sono a fusione. E si moltiplicheranno molto rapidamente. Siamo arrivati a 5 secondi di contenimento del nucleo. Questa energia è molto più forte di tutte le rinnovabili che vengono spazzate via e di tutti gli idrocarburi che vengono spazzati via, se avviene questo.”
“Il fatto preoccupante è che questa energia, producendo centrali nucleari piccole, produce anche una minor controllo sull’energia, probabilmente centralizzato. Questo minor controllo sull’energia centralizzato può avere numerosi effetti. Lascio da parte quelli bellici e quelli terroristici, ma quelli di diffusione dell’edificato potrebbero essere devastanti insieme a internet.”
L’urbanistica nell’era delle nuove tecnologie
“Ci siamo trovati nel 2020, dal Covid in poi, a lavorare da remoto, abbiamo fatto lezione da remoto, abbiamo fatto riunioni, si fanno le udienze da remoto. E questo può creare ancora diffusione. Se non sappiamo orientare il sistema verso modelli che riconciliano, densifichino, mantengano denso il sistema, senza forzarlo troppo, non organizzarlo, ma orientarlo in questa direzione.”
“Il rischio è in queste nuove tecnologie, l’idrogeno nucleare e non solo. Con le macchine volanti sappiamo che gli spinner del famoso Blade Runner sono dietro l’angolo. La NASA ne ha dei prototipi già da 20-15 anni. Per cui, è dietro l’angolo un mondo in cui o si diffonde ancora di più il disastro ambientale inimmaginabile o si hanno modelli per riconcentrarlo. Questa è la vera sfida ambientale, non quella di mantenere i carciofi a Sant’Erasmo.”
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