Dall’Europa e dall’Italia, emergono segnali cruciali per la rinascita della professione, focalizzati su progetti sostenibili, accessibili e intrisi di bellezza. Questo sentimento non è solo italiano ma è condiviso a livello europeo, promuovendo un approccio unificato per affrontare le sfide e realizzare progetti architettonici di rilevanza globale. La storia di Valentina Fanti è un esempio di come le esperienze internazionali possano arricchire e ampliare la prospettiva professionale, contribuendo al rinnovamento dell’architettura su scala continentale.
L’architetto Valentina Fanti racconta della sua professione
“Ho vissuto 7 anni a Parigi. La situazione è diversa. Ogni figura professionale riferita all’edilizia ha un suo compito specifico. L’ingegnere si occupa di calcoli edili, di calcoli strutturali. L’economista di computi metrici. L’esperto di casaclima si occupa di quello. L’architetto diventa direttore d’orchestra di queste specificità. Questa cosa in Italia non esiste. Tante volte, rispetto alle imprese, noi dobbiamo sottostare a delle regole d’impresa. Al contrario in Francia l’architetto è il direttore d’orchestra anche dell’impresa.”
Le differenze tra Italia e Francia
“La Francia ha una Legge dell’Architettura fatta nel 1974. In Italia non esiste una legge di questo tipo. Ci stiamo battendo e ci batteremo strenuamente finché abbiamo voce. In Francia dove c’è, la differenza è palpabile. La professione dell’architetto è un valore aggiunto. Una casa fatta da un architetto vale di più di una casa fatta da un’impresa.”
GUARDA ANCHE: Roberto Beraldo: l’etica nell’architettura