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Veneto, allarme argini: niente garanzie con forti piogge

L'allarme argini in Veneto è alto: il rischio di esondazioni aumenta a causa delle nutrie, che indeboliscono le strutture, compromettendo la sicurezza del territorio

La notte scorsa, in Veneto, sono caduti 140 mm di pioggia, un’enorme quantità d’acqua che ha riacceso l’attenzione sul rischio di alluvioni nella regione, innescando l’allarme argini.

L’allerta dopo l’alluvione del 2010

Eventi meteorologici simili non sono nuovi, e dal devastante alluvione del 2010, la Protezione Civile è sempre in allerta. Nonostante siano stati completati quasi il 50% dei bacini di laminazione progettati per controllare le esondazioni, fiumi come il Piave e il Tagliamento restano a rischio in caso di fenomeni più intensi.

Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha espresso la sua continua preoccupazione. “Dal 2010 vivo praticamente con i bollettini meteo”, ha affermato.

Il Piave sorvegliato speciale

Nonostante le numerose opere realizzate, il rischio di piene storiche rimane. “Se dovesse verificarsi una piena di 5000 metri cubi al secondo sul Piave, i problemi sarebbero enormi”.

Per questo, si sta lavorando a un progetto di costruzione di un argine, ma con particolare attenzione a limitare l’impatto ambientale e visivo. “Non vogliamo muri in cemento armato di 8-10 metri”, ha sottolineato Zaia, evidenziando la volontà di trovare soluzioni meno invasive.

Gli scolmatori contro l’allarme argini

Anche il fiume Tagliamento rappresenta una grande fonte di preoccupazione. Secondo Zaia, è necessario costruire uno scolmatore per gestire eventuali piene storiche, poiché l’attuale infrastruttura non sarebbe in grado di contenere l’acqua.

“Stiamo rinforzando gli argini sulla nostra sponda, ma senza uno scolmatore, il rischio di sormonto è reale”.

L’appello per la minaccia nutrie

Un altro tema affrontato dal presidente riguarda la minaccia rappresentata dalle nutrie, che indeboliscono gli argini dei fiumi rendendoli vulnerabili. Zaia ha lanciato un appello per l’eradicazione delle nutrie, evidenziando come i danni provocati dagli animali rendano inutili molte delle opere di prevenzione.

“Abbiamo 5000 km di argini e molti di questi sono ridotti a groviera. Non ha senso costruire bacini di laminazione se l’acqua esce comunque dagli argini danneggiati”, ha affermato.

L’assicurazione contro l’allarme argini e nutrie

Infine, Zaia ha commentato la proposta del Governo di rendere obbligatoria l’assicurazione per le case contro le calamità naturali.

Secondo il presidente, l’assicurazione potrebbe essere facoltativa e incentivata con sussidi, ma ha sottolineato il principio che “l’assicurabile non è indennizzabile”, ovvero che chi sceglie di non assicurarsi non dovrebbe poi chiedere risarcimenti.

Il Veneto rimane quindi in una situazione di continua allerta, con un equilibrio fragile tra prevenzione e rischio.

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