Cronaca

Veneto, infortuni sul lavoro in calo ma persistenti

Gli infortuni sul lavoro in Veneto sono in calo, ma restano preoccupanti, soprattutto nelle province di Verona e Venezia, dove il rischio rimane elevato

Il Veneto si conferma una delle regioni italiane più sicure in termini di infortuni sul lavoro, con un’incidenza di mortalità tra le più basse d’Italia.

Le province più colpite

Fino a settembre 2024, il rischio di infortunio mortale nella regione è stato di 16,2 decessi per milione di occupati, molto al di sotto della media nazionale, che si attesta a 24,0. Nonostante questo, l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre lancia un campanello d’allarme, ricordando che, sebbene la situazione sia migliorata rispetto agli anni precedenti, l’emergenza non è ancora finita.

Nel periodo gennaio-settembre 2024, il Veneto ha registrato 53 vittime sul lavoro, una netta diminuzione rispetto alle 72 dello stesso periodo nel 2023. La maggior parte dei decessi (36) sono avvenuti in occasione di lavoro, mentre 17 vittime sono morte in incidenti durante il tragitto casa-lavoro.

Le province con il numero più alto di decessi sono Verona (15), Venezia (13) e Padova (11), mentre Belluno ha registrato solo un decesso. Verona e Venezia sono anche le province con l’incidenza di mortalità più elevata, rispettivamente 24,0 e 23,0.

Il calo degli infortuni sul lavoro

Nonostante il miglioramento, il rischio di morte sul lavoro rimane alto, soprattutto nelle attività più pericolose come quelle manifatturiere e delle costruzioni, che sono responsabili della maggior parte degli incidenti. Le statistiche mostrano anche un significativo coinvolgimento di lavoratori stranieri, che rappresentano circa un terzo delle vittime in occasione di lavoro.

La zonizzazione elaborata dall’Osservatorio evidenzia che, sebbene il Veneto sia in zona bianca (bassa incidenza di mortalità), le province di Verona e Venezia rientrano in zona gialla, con incidenze superiori alla media nazionale.

L’obiettivo è ridurre ulteriormente gli infortuni, sensibilizzare le aziende e promuovere una cultura della sicurezza sul lavoro. L’emergenza, seppur attenuata, è tutt’altro che conclusa.

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