Servizi Salute e benessere

Veneto, mancano 3500 medici

Il sistema sanitario italiano, in crisi per la carenza di medici e posti letto, richiede urgenti investimenti secondo Giovanni Leoni, Vicepresidente nazionale FnomCeo

I medici insistono che il sistema sanitario nazionale è al collasso. Reduci da due giorni di sciopero, i camici bianchi tornano a snocciolare numeri allarmanti. In Italia mancano 30.000 medici, 70.000 infermieri e 100.000 posti letto. Nel Veneto, 3.500 dottori. La Regione Veneto ha aumentato gli specializzandi, ma i buchi potranno essere coperti soltanto tra un paio d’anni, quando si apriranno i bandi. Intanto gli italiani che possono concedersi una sanità privata spendono 55 miliardi l’anno, che si aggiungono ai 180 che finanziano la sanità pubblica.

Medici, infermieri e posti letto insufficienti a fronteggiare le emergenze

Giovanni Leoni, Vicepresidente nazionale FnomCeo (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri): “Noi combattiamo perchè ci sia un adeguato investimento per quanto riguarda la sanità a tutti quanti i livelli. Non solo per quanto riguarda interventi murali o apparecchiature che devono essere rinnovate, ma soprattutto per quanto riguarda il personale che è l’interfaccia tra la sanità e il cittadino. Cittadini che molte volte sono anche esenti per patologie, per carenza finanziaria, per reddito o per invalidità e che hanno bisogno del servizio sanitario nazionale.

Non hanno la possibilità di spendere 100 o 200 euro per una semplice visita privata perchè semplicemente non hanno il reddito che glielo permetta. Tutti loro hanno diritto ad un servizio adeguato, per il quale servono degli investimenti. Soprattutto per quanto riguarda l’urgenza dell’emergenza. Medici che alla fine non fanno libera professione e che hanno dedicato la loro vita a un certo tipo di attività molto intensa e gratificante, che deve avere però i suoi turni di riposo e una valorizzazione adeguata, altrimenti nessuno la farà più.”

Si teme soprattutto la carenza di anestesisti, radiologi, medici generalisti e veterinari che controllano tutta la filiera alimentare. Chi rimane sostiene carichi di lavoro massacranti. Nei servizi di Pronto Soccorso non c’è tutela legale e nemmeno una retribuzione adeguata a sostenere l’onere delle cause. L’alternativa sarà rivolgersi a medici stranieri.

Situazione critica nel settore sanitario: servono investimenti e valorizzazione del personale

Giovanni Leoni: “Le cooperative hanno colmato i buchi di organico, ma ha fatto schizzare in alto la spesa sanitaria e globale e i conti della Regione. Evidentemente bisognava seguire il turn-over e rinnovare i medici man mano che andavano in pensione. Non si è voluto fare, ma si è voluto tagliare il personale. Questi sono i risultati.”

“Spero che si investa di più sul rapporto con le persone e sul rapporto tra medici e infermieri, che sono anche più motivati a certi tipi di attività più intense e più rischiose come il 118 e come il Pronto Soccorso e la rianimazione, perchè siano adeguatamente valorizzati. Altrimenti troveremo dei medici dall’estero che faranno questo tipo di attività.”

GUARDA ANCHE: Emergenza medici: Zaia ne ribadisce la gravità

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Disattiva AdBlock per sostenerci

Televenezia ogni giorno mette a disposizione informazioni e contenuti gratuiti. La libertà d'informazione deve essere sostenuta e Televenezia lo fa anche grazie ai banner pubblicitari. Sostienici e disattiva AdBlock