Il 2022 è stato un anno per il Veneto tutt’altro che catastrofico, nonostante l’inflazione e il caro energia. Lo dicono i numeri del rapporto statistico stilato dalla regione Veneto, pubblicato in queste ore secondo cui le aziende sono ripartite come molle con una crescita di oltre il 12%.
Settori in crescita
Anche il settore delle costruzioni pur dibattendosi tra le truffe legate al superbonus e ai cantieri bloccati dall’aumento delle materie prime, ha aumentato il giro d’affari di oltre il 18%. Il terziario è il fanalino di coda ma, ha fatto registrare nel grafico un più 4,4%.
Veneto ed esportazione
Una ripartenza dopo le chiusure legate all’emergenza Covid, dovute soprattutto alle esportazioni più che al mercato interno aumentate del 17,5%. A fare la parte del leone non sono stati i vini o i prodotti gastronomici, anche se richiestissimi ma i prodotti metallurgici, meccanici, chimici e farmaceutici.
I principali mercati di sbocco sono stati gli Stati Uniti, la Germania e la Francia.
Crescita anche nell’occupazione
Anche l’occupazione è ripresa, sfiorando l’80% di aumento di posti di lavoro. Un dato del resto comprensibile dopo i licenziamenti e le interruzioni delle attività dal 2019 al 2021.
Precariato in Veneto
Resta da capire se i posti di lavoro sono precari. Ma a giudicare dal tasso di povertà, il lavoro nella regione è in grado di garantire un buon livello di qualità della vita, se la percentuale di poveri non supera il 17% contro una media nazionale che raggiunge quasi il 25%.
Prospetti per il futuro
Il 2023 sarà forse l’anno in cui i nodi del costo del gas verranno al pettine, ma è anche l’anno in cui la transizione e il passaggio alle fonti energetiche rinnovabili dovrebbe essere in fase avanzata.
Saranno ancora in alto mare i cantieri del PNRR, ma questa è una pagina ancora tutta da scrivere.
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