Il ruolo fondamentale dei bacini di laminazione per contrastare le alluvioni in Veneto
Il Presidente della Giunta regionale del Veneto ha dichiarato oggi nel punto stampa che è stato evitato il peggio grazie ai bacini di laminazione Montebello, Caldogno e Orolo. Si tratta di opere che sono state realizzate dopo gli allagamenti del 2010.
Luca Zaia, Presidente della Giunta regionale del Veneto: “I dati sulla piovosità ci dicono che siamo ai livelli di Vaia o dell’alluvione del 2010. Vicenza però non va sott’acqua perchè le opere che sono state fatte sono servite. Noi fondamentalmente abbiamo invasato almeno 3 milioni di metri cubi d’acqua che altrimenti oggi sarebbero in giro per la città di Vicenza.”
Ora c’è il rischio che la temperatura si alzi e la neve caduta abbondante in montagna si sciolga. Questo fa temere ancora l’esondazione dei fiumi.
Luca Zaia: “Abbiamo tanta neve sopra i 1.500 metri. Il rischio valanghe è alto e anche lo Scirocco non è da sottovalutare. Siamo comunque fiduciosi. Contiamo che verso fine giornata o nella nottata si possa anche incominciare ad apprezzare anche il calo dei livelli dei fiumi.”
Insomma il Veneto esibisce il suo modello basato sui bacini di laminazione che prima del 2010 non c’erano. Senza quest’ultimi ora la Regione vivrebbe gli stessi giorni di tensione vissuti dall’Emilia Romagna lo scorso anno. Non è la prima volta che i bacini vengono utilizzati. Il Muson dei Sassi per esempio è servito già per due volte.
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