Niente red carpet per la madrina del festival: il programma della sesta serata di Venezia 79 non lo ha previsto per Rocío Muñoz Morales. Ma non per questo è stato meno d’ispirazione. Kôji Fukada porta in concorso il film Love Life, la vicenda di una donna la cui vita è stravolta dalla morte del figlioletto e dal ritorno del padre biologico del piccolo.
Kōji Fukada, regista
“Quando faccio un film, cerco di capire quanto possa essere universale. L’argomento principale di Love Life non è la tristezza di una coppia che ha perso un figlio, ma la solitudine che prova per l’incapacità di condividere il dolore: la tristezza infatti è unica e personale, la solitudine invece è tipica della condizione umana. Penso a questo film da quindici anni, sempre con la voce della cantante Akiko Yano che mi risuona nella mente: “Non importa quanto siamo distanti, ti amerò per sempre”. È il senso di isolamento che ogni metà di una coppia prova quando deve affrontare un dramma. Questa canzone, che parla di amore e di profonda solitudine, si è così intrecciata a Love Life, da farmi ritenere che sia stata la vera origine del film”.
Appunto il titolo del film è ispirato dalla canzone omonima di Akiko Yano, una delle più celebri cantanti e musiciste giapponesi, già collaboratrice tra gli altri di Ryūichi Sakamoto, Pat Metheny e Peter Gabriel. “Ho sentito per la prima volta la canzone di Akiko Yano, Love Life, quando avevo vent’anni e mi ha subito catturato. Avendola ascoltata più e più volte, ho iniziato a pensare al modo migliore di tradurla in un film”, ha ricordato Fukada.
“Love life”, un film al femminile
Il film ruota intorno al personaggio di Taeko, impersonata da Fumino Kimura. A raccontare chi è Taeko è lo stesso regista. “Taeko è una persona gentile, disposta a lavorare sodo per gli altri e ad aiutare le persone bisognose. D’altra parte, la sua identità non è fissata. Al di là dei suoi ruoli di moglie e madre e del suo lavoro, Taeko non si prende il tempo necessario per esaminare chi sia la donna al centro di tutto ciò. In altre parole, è una persona normale, di quelle che trovi ovunque. La presenza di Park illumina la sua gentilezza nel tentativo di aiutare gli altri, ma mostra anche la sua arroganza nell’assumere tale ruolo di protettrice”.
Nel red carpet di “Love Life” anche Julianne Moore, presidente di giuria. Abbandonato il nero, l’attrice premio Oscar ha scelto uno scintillante abito lungo monospalla, color argento. Che è ricoperto interamente di cristalli, con dettagli cut-out all’altezza del seno. Capelli rossi sciolti sulle spalle e un filo di trucco per la 61enne, che ha aggiunto scintillanti gioielli Cartier, per conferire un ulteriore tocco di luce prezioso al suo outfit glamour. Per lei orecchini pendenti Reflection in oro bianco e diamanti, anello Cartier High Jewelry in oro bianco con smeraldi, onice e diamanti e anello Cartier Collection in oro bianco e diamanti.