Venezia, allarme sanitari: aggressioni in aumento

Il presidente Zaia lancia l'allarme sanitari per l'aumento delle aggressioni ai sanitari in Veneto, con 1.864 episodi segnalati nel 2024 e misure insufficienti

Il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha espresso preoccupazione per l’allarme sanitari. Si tratta dell’aumento delle aggressioni ai danni degli operatori sanitari e socio-sanitari negli ospedali del Veneto, citando gli episodi recenti ad Agordo e Mestre.

Aggressioni in crescita

Tra gennaio e settembre 2024, sono state segnalate 1.864 aggressioni, e si prevede che il numero possa superare le 2.500 entro fine anno, un netto incremento rispetto agli anni precedenti.

Zaia ha sottolineato che il 67% delle vittime è costituito da donne, dimostrando come il personale femminile sia particolarmente esposto. Le aggressioni colpiscono principalmente gli operatori tra i 30 e i 59 anni, con una concentrazione nella fascia 30-49 anni.

Il Presidente ha evidenziato che il fenomeno, già in crescita, è stato aggravato dalla pandemia, con un picco di 2.229 aggressioni nel 2023, rispetto alle 883 del 2022. Non si tratta solo di casi isolati: le aggressioni verbali, spesso preludio di quelle fisiche, sono frequenti nei Pronto Soccorso e nei reparti ospedalieri.

Allarme sanitari: la legge

Tra gli aggressori, molti sono pazienti con disturbi psichiatrici o dipendenze, ma vi sono anche persone comuni in situazioni di disagio.

Zaia ha ricordato che la Regione ha già attuato un piano straordinario per la sicurezza del personale, potenziando le misure di controllo e la formazione specifica per la gestione delle situazioni a rischio, oltre a collaborare con le forze dell’ordine e rafforzare la vigilanza. Tuttavia, queste misure non sono sufficienti.

Il Presidente ha quindi lanciato un appello per una legge specifica che tuteli il personale sanitario e ha ribadito l’impegno della Regione a garantire condizioni di sicurezza, esprimendo gratitudine per la dedizione e il coraggio dimostrati dagli operatori.

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