Cantieri insicuri
La sicurezza nei cantieri edili continua a essere una questione critica, con norme spesso ignorate e lavoratori esposti a gravi rischi. L’ultima conferma arriva dai controlli effettuati dai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro (NIL) nelle aree di Chioggia, Bibione, Santa Maria di Sala e San Michele al Tagliamento.
I risultati sono preoccupanti: 15 datori di lavoro sanzionati per un totale di 30.000 euro, violazioni che vanno dal mancato rispetto delle misure di sicurezza all’utilizzo di attrezzature non conformi, fino all’impiego di lavoratori in nero.
Un trend preoccupante
In tre cantieri la situazione era così critica da imporne la chiusura temporanea per permettere gli adeguamenti alle normative. Tra le irregolarità più gravi, i militari hanno riscontrato gravi rischi di caduta dall’alto, manomissione dei dispositivi di sicurezza e assenza del Piano Operativo di Sicurezza (POS), documento fondamentale per garantire la tutela dei lavoratori.
Il quadro emerso dai controlli del 2025 è la prosecuzione di una tendenza già evidente lo scorso anno. Nel 2024, infatti, le violazioni nel settore edile avevano portato alla chiusura temporanea di 104 cantieri e alla scoperta di 41 lavoratori impiegati senza alcuna copertura retributiva e assicurativa. Un bilancio pesante, aggravato da 276 imprenditori sanzionati per un totale di 700.000 euro.
Sicurezza sul lavoro
Questi dati evidenziano come il mancato rispetto delle norme sulla sicurezza nei cantieri resti una piaga diffusa, con conseguenze non solo economiche ma soprattutto umane. Le cosiddette “morti bianche” continuano a segnare il settore, a dimostrazione del fatto che troppo spesso il profitto viene anteposto alla tutela della vita dei lavoratori.
Le ispezioni dei Carabinieri del NIL rappresentano un deterrente fondamentale, ma non sufficiente se non accompagnate da una cultura della sicurezza più radicata. Servono maggiori controlli, sanzioni più severe e un cambio di mentalità da parte di imprenditori e operai. Solo così si potrà sperare di ridurre il numero di infortuni e di decessi sul lavoro, evitando che tragedie annunciate continuino a ripetersi nei cantieri del Veneto e dell’intero Paese.
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