La proposta contro la siccità arriva dall’Unesco. Consiste in una campagna che parte da Venezia e che chiede ai comuni la sottoscrizione di un manifesto redatto dal Centro Internazionale per la Civiltà dell’Acqua, di Treviso delle reti mondiali dei musei dell’acqua. Si tratta di un manifesto per la tutela e la difesa della risorsa idrica. La difesa dell’acqua è concetto importante, che il Centro Internazionale per la Civiltà dell’Acqua ha voluto lanciare proprio con questo manifesto.
Eriberto Ulisse, direttore centro internazionale civiltà dell’acqua reti Unesco
“Le motivazioni sono di far fronte a una situazione che ormai è sotto gli occhi di tutti, in cui l’acqua dai regimi – diciamo – capricciosi ormai; non piove più come un tempo, non è più disponibile come una volta, a volte è eccessiva – vediamo situazioni di allagamenti, inondazioni. Altre volte, e sempre più frequentemente, la risorsa manca.
Le risorgive del fiume Sile quest’anno erano completamente a secco per diverse settimane e mesi. E questa è una situazione a cui bisogna far fronte anche con modalità nuove. Per questo nasce il manifesto di Treviso a difesa dell’acqua. Si vuole proporre una serie di interventi nel territorio che, ad esempio, raccolgano le acque piovane e le utilizzino con dei giardini pluviali, con dei sistemi nuovi di raccolta.
Siccità e la raccolta dell’acqua
Sappiamo che in diversi Paesi come in Cina, le grandi città e le grandi megalopoli, di oltre 10 milioni di abitanti, sono realizzate con i “sistemi a spugna”, che raccolgono in maniera intelligente. E con intelligenza artificiale utilizzano queste quantità sempre più preziose di acqua.
Ora inizia la campagna di promozione del manifesto. Si chiede soprattutto alle amministrazioni comunali di sottoscriverlo. Quali impegni si assume un comune? E nel sottoscriverlo, noi vogliamo collaborare per aiutare a capire come risolvere quelli che sono problemi locali nella gestione dell’acqua. Lasciare un rubinetto aperto non è mai una cosa buona di questi tempi.
Un comune può, ad esempio, realizzare piccoli interventi. Ci sono progetti europei, progetti Life, e non solo, che hanno finanziato la realizzazione anche di piccoli invasi, e piccoli giardini di raccolta di acqua di pioggia nelle scuole, e piccoli laghetti ad uso di agricoltori. Pochi sanno, ma è evidente sotto gli occhi di tutti, che Venezia non ha fonti d’acqua ed è diventata quello che è semplicemente raccogliendo l’acqua piovana”, spiega Eriberto UIisse.