Gli evasori fiscali e il lavoro in nero nella città metropolitana veneziana
Si tratta di persone completamente sconosciute al fisco, molte delle quali operante in piattaforme di commercio elettronico.
È risaputo che quando non si pagano le imposte si finisce per assumere persone senza tutele dal punto di vista assicurativo e pensionistico. Infatti, sono stati trovati 1.890 lavoratori in nero.
Questi sono i dati resi noti oggi in occasione della festa del corpo che si è svolta in campo San Polo a Venezia, per celebrare i 250 anni della fondazione del corpo. I dati sono stati pubblicati assieme ai risultati di quattro controlli eseguiti nella marca trevigiana, che hanno portato alla scoperta di laboratori tessili che lavoravano per imprese locali in cui si sospetta che sia stato commesso il reato di caporalato.
I casi si caporalato a Villorba Spresiano e Preganziol
I tre amministratori del laboratorio che si trovano a Villorba Spresiano e Preganziol, tutti stranieri, sono stati denunciati per l’Impiego di lavoratori irregolari. Ma anche per violazioni delle norme sulla sicurezza del lavoro e dell’igiene e per violazioni in materia urbanistica.
In tre dei quattro luoghi di lavoro erano state ricavate sette stanze abusive, di cui cinque adibite a dormitori e due a cucine. In tali locali i lavoratori riposavano e si ristora tra i turni di lavoro. Questa circostanza ha permesso di ipotizzare per una delle aziende tessili coinvolte il reato di caporalato
Infine, sono stati accertate pendenze tributarie di un milione di euro. Queste dal 2013 non sono mai state versate, per via del cambio costante del titolare della gestione, e dunque della partita IVA, e per la difficoltà di rintracciare chi ha incassato senza versare le imposte.
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