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Venezia, due vere da pozzo rimesse a nuovo

A Venezia, le vere da pozzo, simbolo di un passato secolare, vengono oggi restaurate grazie alla collaborazione tra associazioni locali e cooperative sociali, preservando la memoria storica

 
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Venezia, tra storia e solidarietà: la rinascita delle vere da pozzo.

Un patrimonio storico da conservare

Venezia, città intrisa di storia e cultura, custodisce un patrimonio nascosto che affonda le sue radici nella sua sopravvivenza secolare: i pozzi. Un tempo indispensabili per l’approvvigionamento d’acqua, questi pozzi sono ora testimoni di un passato che la città sta cercando di preservare.

Se ne contano ancora circa 600 nella laguna, ma oggi sono inattivi, protetti, e spesso coperti da una ruggine che li rende invisibili, lontani dalla loro funzione originaria. Tuttavia, grazie all’iniziativa dell’associazione Masegni e Nizioleti, guidata dal presidente Nicola Tonion, alcuni di questi pozzi stanno vivendo una nuova vita.

Una collaborazione speciale

Da due anni, l’associazione è al lavoro per restaurare e proteggere questi antichi manufatti, collaborando con l’amministrazione comunale e con il supporto di sponsor come Pieces of Venice.

Il progetto più recente ha visto la realizzazione di tre coperchi per altrettante vere da pozzo che ne erano sprovviste. Due di questi sono stati posati in luoghi simbolici della città: il Campiello dei Calegheri a San Marco e il pozzo della Madonna a Dorsoduro.

I coperchi, realizzati in ferro da una ditta artigiana della Giudecca, sono fedeli agli originali, riprendendo i vecchi stampi e disegni delle antiche coperture. Un’operazione che, oltre a preservare la memoria storica di Venezia, coinvolge anche la solidarietà sociale.

Vere da pozzo e solidarietà

“Questi coperchi sono il risultato di una collaborazione che unisce l’artigianato locale con una cooperativa sociale”, afferma Luciano Marson, fondatore di Pieces of Venice. La cooperativa, che oggi include anche la cooperativa Noncello, è nata quando vennero chiusi i manicomi in Italia ed è stata recentemente al centro del film Si può fare di Bisio.

Con il contributo di chi supporta l’iniziativa, la memoria storica della città si intreccia con un impegno sociale concreto, contribuendo a mantenere viva la tradizione veneziana mentre si promuovono pratiche di inclusione e sostegno a chi ne ha bisogno. Un bel segno di come il passato possa illuminare anche il futuro.

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