All’indomani della prodigiosa vittoria del Venezia e il suo passaggio, dopo 20 anni, in serie A, parliamo del Venezia football Academy con il presidente, Alessandro Piovesan, e con i 2 “motori” dell’iniziativa, Gaia Collauto (Social Media Manager) e Morena Milanese (Manager Relazioni ed Eventi).
Venezia Football Academy
E’ un’associazione che organizzerà dei camp straordinari per i bambini e presso cui sono già arrivate decine di chiamate per le iscrizioni.
I festeggiamenti e il post-vittoria
“Una gioia incredibile, un coronamento di un percorso durato 19 anni – ci racconta Alessandro – . Per me che sono stato giocatore e per tutto lo staff è stata la coronazione di molti sacrifici. Non dimentichiamo che veniamo da anni di fallimenti e sfide.”
E’ particolare raggiungere questo obiettivo in un anno senza l’appoggio del pubblico dal vivo?
“Mai come questo anno la vittoria è la vittoria della squadra e dei dirigenti che l’hanno costituita – continua – . Tutto l’apparato esterno, benché importante è stato di minore impatto. Bisogna davvero celebrare i ragazzi che sono stati degli eroi, perché non è stato un anno facile. Ci sono stati anche momenti difficili, ma la qualità degli uomini è stata eccezionale”.
I festeggiamenti dimostrano che gli sforzi sono stati compresi. Ma è comunque stato un anno complicato
“E’ stato un anno di sacrifici – riferisce gaia Collauto – . E’ una vittoria di tutta la famiglia. E’ il risultato finale di anni di lavori e di sacrifici. Però abbiamo un senso di appartenenza alla squadra e alla città,. Per cui la vincita ha significato tanta gioia e tante emozioni in una notte.”
Il passaggio del venezia in serie A sarà anche motivo della ricostituzione di un’identità veneziana un po’ perduta?
“Certamente, anche se è riduttivo di parlare solo di Venezia e Mestre – racconta Alessandro – . Questa vittoria ha unito le due città ma anche i comuni limitrofi, quelli che da sempre hanno tifato Venezia. Quindi anche il senso per sponsorizzare il Camp è che Venezia non è solo Venezia e Mestre, ma tutto il territorio veneziano limitrofo. Bisogna recuperare un senso di appartenenza e recuperare i tifosi che devono sostenere i giocatori, specie in serie A.”
Una magia, anche per l’aver giocato con un uomo in meno per gran parte della partita
“Si respirava un aria magica già da un po’ – continua – . E questo si sentiva già da un po’. Tutto merito del Mister e dei dirigenti della squadra. Ma anche quando i ragazzi scendevano in campo si sentiva qualcosa di magico, una unione speciale. Ci aspettavamo qualcosa di bello e fantastico ed è arrivato. Sembra strano ma tutti ci aspettavamo un epilogo felice.”
E sono arrivate un sacco di telefonate
“Non ho un legame di sangue alla società ma devo ammettere che da mamma di bambino che gioca nella squadra, il Venezia ti coinvolge anche emotivamente, travolgendoti con l’entusiasmo che si respira dentro la società – ci racconta Morena – . Ed è l’entusiasmo che ho cercato di trasmettere alle famiglie che vogliono iscrivere i propri figli ai Summer Camp.”
“Ma ad aver chiamato non sono solo state la famiglie – continua -. Sono arrivate chiamate da tutto il mondo per complimentarsi per la vittoria e per sapere come entrare a far parte di questa famiglia.”
L’Italia fa scuola?
“L’Italia ha una marcia in più di creatività rispetto all’estero – afferma Alessandro – . Questa è la nostra qualità principe. Abbiamo tanti allenatori e giocatori giovani bravi che qui non riescono ad emergere. Ma a breve spero che riusciremo a tornare una nazione di punta a livello calcistico.”
Quanto hanno sofferto i bambini dovendo stare lontani dai campi da calcio?
I periodi del lockdown per i bambini sono stati una sofferenza, specie per il non potersi allenare e seguire la propria squadra.
“Da subito abbiamo costruito una squadra di presone che ci aiutassero davvero nel periodo di crisi – dice Alessandro presidente del Venezia Football Academy – .”
“Ma nonostante le restrizioni, siamo riusciti a portare avanti tutte le attività nel rispetto dei protocolli sanitari. sempre con attenzione e con grande partecipazione delle famiglie.
“I nostri centri di allenamento sono dislocati in tutto il territorio veneziano – continua – . Siamo una delle poche società in Italia a non aver mai smesso l’attività. E questo anche nelle scuole, tramite i social o didattica a distanza. E’ uno dei nostri orgogli, essere riusciti a dare un campo da calcio ai bambini anche nei momenti più difficili.”
Come si svolgevano gli allenamenti, essendo uno sport di contatto?
“Non c’era contatto, erano tutti allenamenti individuali. Non è facile gestire bambini piccoli ma la forza del Venezia Football Academy è la grande organizzazione”.
C’è stato anche un accordo col patriarcato e le scuole statali?
“E’ stato un momento significativo di tutta la stagione. Il fatto di aver riunito sport, Chiesa e il sindaco in una giornata di presentazione di un evento penso abbia una valenza triplice. L’altra caratteristica di questa società e del Venezia Football Academy è la continuità dirigenziale: non c’è verticalità nell’organizzazione, ma molta collaborazione, di cui il frutto è sicuramente la vittoria del Venezia”.
Come saranno organizzati i Camp?
“Sono organizzati in località limitrofe agli stadi principali – ci spiega Morena – . Si svolgeranno a Mestre, Roncade, Bojon, Maerne, lido di Venezia e San Vito. Sono strutturati in un modo per cui i ragazzi rimangano con noi tutto il giorno dal lunedì al venerdì e il sabato mattina, dove avverranno dei piccoli tornei e premiazioni. Anche per quanto riguarda ristorazione e kit d allenamento ce ne occuperemo noi. C’è anche la possibilità di usufruire del servizio navetta. Ogni Camp dura una settimana, ma chiaramente chi vuole può partecipare a più”.
“Le telefonate sono arrivate ben prima del passaggio in serie A. Indipendentemente da questo elemento, benché trainante, le famiglie hanno ricevuto bene l’entusiasmo retrostante all’iniziativa. Da non sottovalutare anche la reclusione che i più piccoli hanno dovuto affrontare per la pandemia.”
Come recepiscono le famiglie tramite i social le esperienze che offrite?
“Ormai i social sono un elemento essenziale per tutte le società. Le famiglie ci seguono e sono molto attive, specie nel reagire alle foto dei “leoncini”. Ci fa molto piacere essere attivi anche attraverso questi canali, dove vi aspettiamo.”
“I social ci hanno anche permesso. durante il covid, di restare vicini alle famiglie, continuando le attività tramite attività online, video chiamate, cercando di mantenere il più possibile le attività sociali”
I Camp sono divisi in fasce di età?
“I Camp sono disponibili per una fascia di età che va dai 6 ai 15 anni – spiega Alessandro Piovesan presidente del Venezia Football Academy – . Al di là del percorso, scelto appositamente perché il Venezia entri nelle case del territorio, non si sono fatti dei Camp sotto il cappello delle società sportive, ma scegliendo mete specifiche per entrare in tutto il territorio. Questa è stata una svolta rispetto agli anni scorsi, proprio per portare l’entusiasmo nelle case di tutti i bambini.
“Tutta l’attività dei Camp fatta in queste location è stata accompagnata da una attività nelle scuole e negli oratori, in quanto la diocesi di Venezia ci chiamerà ai Grest estivi con alcuni istruttori”.
E il Goalkeeper Camp?
“E’ un Camp che abbiamo dedicato ai portieri e si svolgerà in modo specifico a Mestre e a Mogliano Veneto e avremo un allenatore di eccellenza, Massimo Lotti, il preparatore della prima squadra e che ha vinto il premio come miglior preparatore. Questo è un altro elemento di continuità fra i bambini e la prima squadra.”
Quando un bambino comincia a mostrare il talento giocando a calcio?
“Tutti i bambini devono sognare e divertirsi. Non devono pensare se hanno talento. E lo spirito del Venezia Football Academy è proprio questo. Il bambino non deve pensare di essere più o meno bravo degli altri. Questo è un lavoro che va fatto anche con le famiglie e che noi facciamo tramite il nostro psicologo, che spiega l’importanza ai genitori di rimanere fuori dal campo da gioco.”
Come avviene la scoperta del talento?
“Il talento è la passione. Devi entrare nel campo e avere fame, non aver paura di nessuno e mostrare davvero chi sei. Questo fa la differenza, entrare i campo e non pensare a nessuno. Questo ti fa risaltare.”
Come si fa a gestire le frustrazioni da competizione?
“E’ una questione di creare ai ragazzi delle aspettative – afferma Morena – . Mi rendo conto che a volte i ragazzi hanno ansia da prestazione perché i genitori creano delle aspettative e quando queste non vengono incontrate dalle abilità del ragazzo, si crea frustrazione. Secondo me, si devono buttare in campo i ragazzi. A pensare al talento ci sono i professionisti, i ragazzi devono solo penare a divertirsi. ”
E’ importante stigmatizzare i comportamenti sbagliati dei genitori?
“Noi abbiamo una regola: i nostri istruttori non parlano con le famiglie, proprio per evitare discussioni – riferisce Alessandro – . Ma non solo: i genitori che disturbano vengono allontanati. L’Academy è anche un mondo di formazione. Dei bambini ma anche delle famiglie.”
“Capita spesso che i genitori si ricredano grazie all’educazione del figlio – continua – . Spesso sono i bambini che a casa calmano i genitori perché si sentono discriminati rispetto agli altri bambini. Noi comunque abbiamo per questo il dottor Franzoso che si occupa di questa interazione e insegna alle famiglie, durante videolezioni e congressi, le relazioni fra genitori e figli e genitori e istruttori.”
Quando avverrà il contatto dei bambini con la prima squadra?
“Tramite i Camp sarà possibile anche venire in contatto con la prima squadra – spiega Morena -“.
Poi, Gaia Collauti ci spiega che: “Il contatto avverrà a San Vito nella formula Full Camp, dove i bambini dormiranno fuori da casa. Un’ulteriore esperienza che fa crescere i ragazzi.”
“Il Full Camp si terrà nello stesso momento in cui si organizzerà il ritiro della squadra – continua – . L’iniziativa era già stata proposta gli anni scorsi durante i ritiri e i leoncini hanno avuto la possibilità di stare a contatto con i giocatori della prima squadra.”
“I ragazzi, anche durante la pandemia, hanno seguito da casa la loro squadra del cuore – conclude Gaia – . Nella semifinale contro i Lecce, i bambini sono andati a scuola con la maglietta ufficiale del Venezia FC come simbolo di sostengo per la squadra. Poi hanno fatto dei video che sono stati visti dal Presidente e dalla prima squadra. Il senso di appartenenza è quindi molto forte.”
Quali sono commenti dei bambini dopo che hanno fatto queste esperienze?
“La cosa più brutta che succede è quando i ragazzi che arrivano all’ultima Academy non sono in quel momento pronti per andare nel Venezia Football Club – afferma Alessandro – . E’ speso uno shock molto grosso perché loro hanno un sogno da coronare. Ma questo serve anche per dare una lezione di vita.”
Qualche aneddoto simpatico che coinvolge mamme e bambini?
“E’ bello essere la voce dei Camp, specie dopo un anno di ‘raffreddamento’ e distacco a causa della pandemia, è bello tornare a sentire il calore delle famiglie – dice Morena – “.
Ultimo appello per convincere chi non è ancora convinto
“Non dobbiamo convincere nessuno. Ognuno sceglie il percorso da fare. Mai come questo anno siamo convinti di dover contribuire a portare un pezzo di venezia in ogni casa. E per fare questo bisogna partecipare ai Camp”.