Con la rinuncia della Russia subito dopo la notte del conflitto a partecipare alla 59′ Biennale d’Arte di Venezia, l’Ucraina è diventata motore protagonista di una riflessione sulla guerra condotta attraverso i mezzi dell’arte. Così, “This is Ukraine: defending freedom” evento collaterale organizzato in tempi record nella Scuola Grande della Misericordia, è al tempo stesso un racconto corale sugli effetti devastanti della guerra e una testimonianza di solidarietà fra artisti internazionali che si sono schierati.
Il fronte degli artisti Ucraini
Come Damien Hirst con le sue farfalle che si posano su una bandiera giallo-blu. Gli stessi colori sui quali Takashi Murakami dipinge fiori e teschi. Mentre più artisti hanno collaborato ad un’intera parete con i volti di 300 madri che hanno perso i figli in guerra.
La mostra si apre al piano terra con le opere di tre artisti che nonostante il conflitto in corso, vivono e lavorano in Ucraina. Yevgenia Belorusets. Nikita Kadan. Lesia Khomenko con le sue pitture a grande scala raffiguranti soldati partiti per il fronte.
Fondamentale il supporto dell’M9 per il trasporto di opere da Kiev
Alla Misericordia sono esposti anche quattro capolavori storici di artisti ucraini: Maria Prymachenko, Tetyana Yablonska e Stefan Medytsky per farli arrivare in sicurezza è stato fondamentale il supporto che l’M9, Museo del Novecento di Mestre ha fornito al Viktor Pinchak Center, ovvero al museo di arte contemporanea di Kiev.
Immagine simbolo di “Defending Freedom”, che rimarrà aperta fino al 7 agosto è Valeriia. Enorme tela di 40 metri raffigurante la bambina ucraina fuggita dalla guerra, realizzata dall’artista parigino JR. Un anelito di speranza per una tragedia di cui non si vede ancora la fine.