I motivi dell’incidente in laguna
Due giorni fa, un grave incidente in Laguna di Venezia ha coinvolto un vaporetto dell’ACTV e un lancione Gran Turismo privato. Lo scontro è avvenuto in bacino di San Marco, sollevando nuovamente il tema della sicurezza della navigazione e del moto ondoso, un problema cronico che affligge la città lagunare.
Secondo Marino Masiero, Presidente di Assonautica Venezia, è urgente affrontare questioni fondamentali come la velocità e l’adeguatezza dei mezzi nautici, ormai obsoleti per la fragilità di Venezia.
“In Laguna navigano imbarcazioni con carene progettate settant’anni fa, quando non addirittura nel Cinquecento. È come se nel centro di Roma circolassero camion degli anni ’40,” ha dichiarato Masiero, evidenziando la necessità di innovazione tecnologica per ridurre il moto ondoso e i rischi per i cittadini e il patrimonio culturale.
Tra le soluzioni proposte, spiccano l’introduzione di multiscafi che riducono le onde, motori ibridi o a idrogeno, e un eventuale studio di fattibilità per una metropolitana subalveo per il trasporto merci e i collegamenti rapidi.
La sicurezza nautica
Il sindacato CGIL Venezia, in una nota, ha sottolineato l’efficacia dell’intervento dei soccorsi e l’alta preparazione del personale coinvolto. “La sicurezza deve rimanere una priorità assoluta,” hanno dichiarato, ribadendo la qualità degli standard adottati dall’ACTV e la tempestività degli equipaggi nell’assistenza ai feriti.
L’incidente riapre un dibattito acceso: come garantire sicurezza e sostenibilità in una città fragile e unica al mondo? Masiero propone una separazione delle aree di navigazione, limitando il transito dei lancioni turistici alle fasce esterne della laguna e riservando tratti del Canal Grande a gondole e barche a remi. “Venezia deve riscoprire la lentezza e tutelare la propria identità,” ha concluso.
Mentre le autorità competenti indagano sulle cause dello scontro, resta chiaro che la laguna ha bisogno di soluzioni immediate e lungimiranti per preservare il suo futuro.
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