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Venezia, la difesa Turetta ribalta accuse del PM

Durante l’udienza odierna del processo Turetta, la difesa ha rigettato le accuse di premeditazione e crudeltà, ribaltando l’impianto accusatorio del PM Petroni

 Femminicidio Cecchettin: la difesa di Filippo Turetta smonta l’accusa di premeditazione e crudeltà.

L’azione delle difesa di Turetta

Durante l’udienza odierna del processo per l’omicidio di Giulia Cecchettin, l’avvocato Giovanni Caruso, difensore di Filippo Turetta, ha ribaltato l’impianto accusatorio sostenuto ieri dal PM Andrea Petroni.

Caruso ha rigettato le accuse di premeditazione, stalking e crudeltà, sostenendo che il 23enne, reo confesso del brutale omicidio, avrebbe diritto alle attenuanti generiche.

Secondo il difensore, la premeditazione non sussiste.

“Un corto circuito emotivo”

Se Turetta avesse realmente pianificato l’omicidio, ha dichiarato, non sarebbe stato necessario immobilizzare e legare la vittima, né spostarla in un luogo appartato. Questa dinamica, secondo Caruso, dimostrerebbe l’assenza di una decisione omicidiaria implacabile.

L’avvocato ha poi sottolineato che il giovane avrebbe agito in preda a un “corto circuito emotivo” e non con crudeltà, minimizzando il numero delle 75 coltellate come espressione di uno stato alterato, non di sadismo.

Anche l’accusa di stalking è stata contestata.

Negato stalking

Caruso ha sostenuto che Giulia non fosse in uno stato di ansia permanente, come richiesto per configurare il reato secondo il Codice Penale, ma fosse piuttosto preoccupata per la salute mentale di Turetta, il quale minacciava di suicidarsi.

Questa prospettiva ribalta l’immagine di un rapporto caratterizzato da ossessione unilaterale, suggerendo invece un contesto relazionale complesso.

Infine, l’avvocato ha respinto l’idea che Turetta abbia tenuto un comportamento manipolatorio o calcolato, sottolineando che il giovane ha collaborato con le autorità e non ha mentito durante le indagini.

La sentenza definitiva di Turetta

Questa linea difensiva contrasta nettamente con quanto sostenuto ieri dal PM Petroni, che aveva chiesto l’ergastolo per Turetta, evidenziando una presunta premeditazione meticolosa e la crudeltà del gesto. Petroni aveva anche sottolineato il comportamento ambiguo dell’imputato, ritenuto calcolatore e manipolatorio.

La sentenza definitiva è attesa per il 3 dicembre. Intanto, il caso continua a polarizzare l’opinione pubblica, tenendo alta l’attenzione su femminicidi e violenza di genere, temi su cui il tragico destino di Giulia Cecchettin ha acceso un forte dibattito.

GUARDA ANCHE: Venezia, chiesto l’ergastolo per Turetta

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