Venezia, la prima cornea artificiale per Rasha

La prima cornea artificiale ibrida italiana, Intra-ker, ha ridato parzialmente la vista a Rasha, rifugiata siriana, offrendo nuove speranze ai pazienti ad alto rischio di rigetto

Un traguardo rivoluzionario nella ricerca medica italiana ha ridato speranza a Rasha, una rifugiata palestinese dalla Siria, che ha ritrovato la vista grazie al trapianto della prima cornea artificiale ibrida al mondo.

Intra-ker, la prima cornea artificiale italiana

La donna, resa quasi completamente cieca dalle schegge di una bomba durante la guerra in Siria nel 2012, ha ricevuto l’innovativo innesto a maggio 2024, ottenendo un recupero parziale della vista.

La nuova cornea artificiale, chiamata Intra-ker, è stata sviluppata dal prof. Massimo Busin dell’Università di Ferrara in collaborazione con la Fondazione Banca degli Occhi del Veneto ETS.

Il dispositivo rappresenta una svolta importante per i pazienti ad alto rischio di rigetto nei trapianti di cornea.

Un trapianto rivoluzionario

Composta da una struttura sintetica in polimetilmetacrilato, è avvolta da sottili strati di tessuto corneale proveniente da donatore, chiamati “pre-descemetici”. Questo sistema evita il rigetto, garantendo la trasparenza della cornea e permettendo al paziente di riacquistare la vista.

L’intervento su Rasha, madre di tre figli e rifugiata in Italia dal 2016, è stato effettuato presso gli Ospedali Privati di Forlì, dove Busin ha condotto i primi esperimenti clinici con risultati promettenti.

Prima del trapianto, Rasha viveva quasi al buio, percependo solo ombre e luci. Dopo l’operazione, il miglioramento è stato immediato, consentendole di leggere un giornale per la prima volta in anni.

Una nuova speranza per i pazienti

Questo successo rappresenta un avanzamento tecnologico in campo oftalmologico. Ma è anche una testimonianza di come la scienza possa restituire dignità e speranza a chi, come Rasha, ha perso tutto.

Il progetto di ricerca sulla cornea artificiale è finanziato dal PNRR e coinvolge diverse università italiane. L’obiettivo è di migliorare ulteriormente la tecnica e aiutare migliaia di pazienti in attesa di trapianti in tutto il mondo.

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