Il ricordo delle foibe
Marghera ha commemorato questa mattina il Giorno del Ricordo con una cerimonia solenne in Piazzale Martiri Giuliani e Dalmati delle Foibe, organizzata dalla Presidenza del Consiglio comunale di Venezia. L’evento si inserisce nel quadro delle iniziative promosse dal Comune per ricordare la tragedia delle foibe e l’esodo giuliano-dalmata.
Alla cerimonia hanno preso parte numerose autorità civili e militari. Presenti il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, il prefetto Darco Pellos, il presidente della Municipalità di Marghera, Teodoro Marolo, e la rappresentante dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Rossella Zohar di Karstenegg.
Tra i partecipanti anche la presidente del Consiglio comunale di Venezia, Ermelinda Damiano, gli assessori Elisabetta Pesce e Sebastiano Costalonga, e i presidenti delle municipalità di Mestre Carpenedo e di Venezia Murano Burano.
Il valore della memoria storica
La cerimonia si è aperta con l’Inno nazionale, seguito dalla deposizione di una corona d’alloro al monumento dedicato alle vittime.
Nel suo discorso, il sindaco Brugnaro ha ribadito l’importanza di preservare la memoria: “Quella che ricordiamo oggi è una tragedia per troppo tempo rimasta nell’ombra. La verità non può essere cancellata e la memoria di chi ha sofferto non può essere dimenticata”. Ha inoltre sottolineato il legame storico tra Venezia e la Venezia Giulia, ribadendo l’impegno della città nel combattere ogni forma di negazionismo.
Rossella Zohar di Karstenegg ha evidenziato il valore educativo della commemorazione, ricordando il coinvolgimento delle scuole: dal 2003 ad oggi, oltre 2.750 bambini hanno visitato il monumento e portato la storia delle foibe nelle loro famiglie. Anche il presidente Marolo ha sottolineato l’accoglienza che Marghera riservò agli esuli, diventando per molti una seconda casa.
Una memoria condivisa
A concludere la cerimonia sono stati i bambini delle quinte classi dell’Istituto Grimani, che hanno emozionato i presenti con le note del Va’ pensiero di Verdi, Magazzino 18 di Cristicchi e il canto popolare zaratino El sì, oltre a recitare poesie scritte dagli esuli.
Un momento toccante che ha riaffermato il valore del ricordo come forma di giustizia e memoria condivisa.
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