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Venezia, ‘ndrangheta e albanesi nel narcotraffico

Un’operazione antimafia smaschera un’organizzazione criminale legata alla ’ndrangheta, attiva nel narcotraffico internazionale con base a Reggio Emilia e ramificazioni fino a Venezia

Venezia, narcotraffico internazionale: sgominata rete criminale tra ‘ndrangheta e albanesi.

Un crocevia internazionale di droga

Venezia si scopre ancora una volta crocevia di traffici illeciti: un’operazione congiunta tra Guardia di Finanza e Polizia di Stato ha portato alla luce un’organizzazione dedita al narcotraffico internazionale. L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna, ha portato a 15 misure cautelari, di cui 13 in carcere e due ai domiciliari. Le perquisizioni si sono estese anche alle province di Parma, Modena e Ravenna.

Tra gli arrestati, nomi di rilievo come Daniele Gatta, genero di Fabrizio Piscitelli, noto come “Diabolik”, ex capo ultrà romano ucciso nel 2019, e Domenico Bolognino, figlio di un esponente della ’ndrangheta legato all’organizzazione Aemilia. Entrambi sono accusati di aver finanziato operazioni di traffico di cocaina, con ramificazioni che dall’Ecuador e dall’Albania si estendevano all’Italia.

Ndrangheta, ultrà e criminalità albanese

L’organizzazione, con base operativa a Bibbiano (Reggio Emilia), era attiva dal 2020. Attraverso canali logistici che coinvolgevano Calabria, Lazio e Veneto, la rete ha introdotto nel territorio nazionale oltre 23 chili di cocaina, 6 chili di eroina, 80 chili di hashish e 240 chili di marijuana, per un valore complessivo di 8 milioni di euro. Venezia giocava un ruolo strategico come punto di distribuzione dello stupefacente e centro di approvvigionamento.

Determinanti per l’indagine sono state le intercettazioni di conversazioni su smartphone criptati, rese accessibili grazie alla collaborazione con le autorità francesi, olandesi e belghe. Questi dispositivi erano utilizzati per coordinare operazioni transnazionali e per la gestione di 75mila euro in banconote da 500 euro contraffatte, introdotte dalla Spagna.

Indagini e intercettazioni

Oltre al traffico di droga, gli investigatori hanno scoperto reati fiscali per oltre 5 milioni di euro, realizzati attraverso società fittizie. Il questore di Reggio Emilia, Giuseppe Maggese, ha sottolineato come la provincia emiliana si confermi un nodo cruciale per il narcotraffico, una rete favorita dal dinamismo economico e logistico del territorio.

Questa operazione segna un importante passo avanti nella lotta alla criminalità organizzata, che continua a dimostrarsi capace di tessere legami tra diverse regioni italiane e attori internazionali, con Venezia che, suo malgrado, si trova ancora una volta al centro di questa pericolosa rete.

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