Ai nostri microfoni per presentare la mostra a Palazzo Ducale per i 1600 anni di vita di Venezia Gabriella Belli, direttrice della Fondazione Musei Civici di Venezia.
Mostra a Palazzo Ducale
“È la mostra di un grande compleanno, ma considerati i tempi assurgerà anche a evento simbolico della riapertura dei musei e soprattutto del ritorno alla vita della città.”
Carpaccio, Tintoretto, Canaletto, Guardi, Tiepolo, Tiziano. I progetti di Jacopo Sansovino, poi i Pollock e i Vedova. Sono tutti esposti in Palazzo Ducale da domani, 4 settembre, per raccontare i 1600 anni di storia di Venezia, costellati di trionfi e di tragedie.
La peste, gli incendi, le guerra, l’acqua alta. La mostra racconta davvero – come dice il titolo – “nascita e rinascita” della città, e lo fa approfittando delle riaperture dopo il lockdown e delle restrizioni legate al covid, indicando la strada della resilienza.
Tutte le grandi potenze hanno bisogno di mitizzare la loro nascita, e anche la Serenissima lo ha fatto scegliendo il 25 marzo, giorno dell’Ascensione, per far partire l’orologio della sua lunga vita.
Da un incendio da cui Candioto si salvò nacque l’idea di costruire la chiesa di San Giacometo come voto. Da allora, la città ha sempre lottato con gli incendi e si è sempre risollevata con le costruzioni.
“Questa mostra – riprende la direttrice – parte dalle cose belle per ricordare che la grande invenzione di Venezia nasce però sempre da guerre o momenti di crisi.”
E come allora Venezia ha chiamato i grandi condottieri, così oggi ha chiamato i grandi curatori di mostre e messo insieme le energie per mandare, come nei secoli scorsi, un messaggio di ripartenza.
“Una mostra curata insieme a due amici della fondazione, Robert Echols e Frederick Ilchman, con cui avevamo già avuto un’avventura legata a Tintoretto. Con loro anche due importanti curatori e conservatori, Gabriele Matino e Andrea Bellieni. L’allestimento, curato da Pizzi, ha infine valorizzato notevolmente la mostra. È un momento di grande energia per la città.”
Una mostra che è anche una sfida.
Così ce ne parla Cristina Gribaudi, presidente della Fondazione: “Questa mostra voleva essere anche una grande sfida a tutto quello che è successo, e da cui ancora non siamo usciti. Si tratta quindi di un messaggio a tutto il mondo di una città resiliente che vuole ancora scrivere una pagina di storia. Nascite e rinascite, perché Venezia è rinata tante volte.
Siamo partiti quasi titubanti, intimoriti come tutti da quello che ci stava succedendo intorno. In realtà abbiamo però capito, col passare dei mesi, che invece era la nostra forza.”
Raccontare 1600 anni significa anche indicare una strada per il futuro
In ultimo si è espresso anche il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro: “Deve aiutarci a raccontare quello che vogliamo fare – non soltanto teorizzare – per le generazioni future. L’idea di Venezia non è solo quella di un luogo, ma di libertà, di forza e di coraggio. Il veneziano è un uomo che sfida i mari, che si collega col mondo, che comunica con tutti. Che è tenace, che inventa e che crea. Tutto questo significa raccontare una bellezza con le mani, la cultura e il cuore di chi lo sa fare.”