Il porto di Venezia guarda al futuro
Venezia guarda al futuro con un ambizioso piano di investimenti da un miliardo di euro, bilanciando le sfide di un contesto internazionale instabile. Durante la conferenza di fine anno, il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale (AdSP) del Mare Adriatico Settentrionale, Fulvio Lino Di Blasio, ha delineato i progetti in corso e quelli in arrivo, puntando sulla riconferma della sua leadership.
Tra guerra in Ucraina, crisi energetica e logistica globale, il porto di Venezia si è mantenuto stabile, movimentando quasi 22 milioni di tonnellate (+3%). Le priorità restano l’accessibilità delle navi, la sostenibilità e il potenziamento dell’intermodalità.
Tra i progetti di punta spicca la piattaforma intermodale Montesyndial, un cantiere da 285 milioni che vedrà la costruzione di una banchina di 1,6 chilometri e l’ampliamento del terminal container. A questa si aggiungono interventi legati al PNRR per 270 milioni e grandi opere commissariali per 305 milioni, tra cui la manutenzione dei canali e un nuovo terminal crociere al Canale Nord.
Il rischio della monocultura turistica
Davide Calderan, presidente della Venice Port Community, ha difeso il ruolo strategico del porto: “Le banchine devono restare tali. La diversificazione economica può avvenire in altre aree”. Calderan ha sottolineato i rischi di una città fagocitata dal turismo, avvertendo che un’eventuale riconversione portuale potrebbe avere effetti devastanti per Venezia e l’intero Veneto.
Il porto, dunque, rimane il fulcro dell’economia regionale, sostenendo settori chiave come siderurgia e agroalimentare. La scomparsa delle attività portuali lascerebbe Venezia esposta unicamente al turismo, accelerando lo spopolamento e la perdita di identità.
Con 41 progetti già avviati e un dialogo in corso con istituzioni e operatori, l’AdSP punta a coniugare sviluppo economico e sostenibilità, offrendo a Venezia un futuro equilibrato e resiliente.
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