Iniziato oggi nell’aula bunker di Mestre il processo alla camorra del veneto orientale. Coinvolte nel processo 76 persone, accusate di appartenere ad un sistema camorristico attivo per anni. 37 devono rispondere di associazione a delinquere di stampo mafioso, mentre 17 imputati hanno chiesto il rito abbreviato.
Processo alla camorra
Mirco Mestre, ex sindaco di Eraclea e accusato di voto di scambio, andrà a processo con rito immediato. Lo ha confermato il suo legale Emanuele Fragasso. Tra gli imputati di spicco c’è il presunto boss della camorra Luciano Donadio, finito nel mirino della procura veneziana in un inchiesta coordinata del pm Roberto Terzo. Gli investigatori hanno indagato sulla collusione tra associazioni mafiose che avrebbero operato per anni, con il concorso di politici, professionisti ed imprenditori. Si sarebbero mossi in diversi rami economici che vanno dall’edilizia all’utilizzo di esercizi commerciali. Infine, lo scorso anno il maxi blitz che ha poi portato al commissariamento del comune di Eraclea.
Gli imputati
Secondo l’inchiesta Luciano Donadio originario dell’agro aversano e residente ad Eraclea, sarebbe al centro di un’organizzazione formatasi già verso la fine degli anni ’90 assieme a Raffaele Buonanno di San Cipriano d’Aversa domiciliato a Casal di Principe ed Eraclea, e Antonio Buonanno, di San Cipriano d’Aversa e residente a Casal di Principe.
Il modus operandi del clan
Quello che gli investigatori della polizia e della guardia di finanza considerano un clan avrebbe agito procurandosi introiti con l’usura e le estorsioni ai danni di imprenditori in difficoltà inizialmente nell’edilizia e poi specializzandosi nella riscossione dei crediti per conto di imprenditori locali con violenze e minacce. Una quota dei profitti del gruppo camorristico sarebbe poi stata destinata a sostenere finanziariamente i carcerati di alcune storiche famiglie di Casal di Principe.