In questa seconda puntata di “Venezia Città Stato?” abbiamo come ospiti il Direttore Generale della Sanità della Regione Veneto, il dottor Luciano Flor e il presidente del Centro di Medicina, il dottor Vincenzo Papes.
Piano socio sanitario
Il piano socio-sanitario regionale per il cinquennio 2019-2023, prevede di potenziare l’analisi dei bisogni e la gestione con gli standard:
- Organizzare il sistema di offerta con modelli integrati che garantiscano continuità nel percorso assistenziale
- Garantire ai cittadini l’accessibilità e l’appropriatezza dei servizi, attraverso anche la gestione dei tempi d’attesa
- Sperimentare forme di collaborazione pubblico-privato
- Sviluppare un sistema di qualità integrato
- Gestire il rischio all’interno del governo clinico
Fondamentali sono le schede di dotazione ospedaliere, al fine di rendere omogenea la prevenzione, l’assistenza e la cura nel proprio territorio e per garantire la continuità dell’assistenza e delle cure.
Alfredo Aiello, Conduttore di “Venezia Città Stato?”
Il conduttore di “Venezia Città Stato?” Alfredo Aiello, si domanda se le strutture private abbiano un ruolo importante in questo processo di riorganizzazione. “Il Centro di Medicina – rivolgendosi a Vincenzo Papes – è attivo da 40 anni ma per i primi 3 anni non avete mai avuto convenzioni con il pubblico, avete solo lavorato sul mercato privato. Poi negli ultimi 10 anni avete aperto anche voi questo rapporto con il pubblico”. E in merito si chiede quale scelta fosse stata più corretta.
Vincenzo Papes, Presidente Centro di Medicina
“Noi dobbiamo partire con il concetto che siamo nati 40 anni fa in una zona (il trevigiano) dove non c’erano strutture private convenzionate, ma c’era solo qualche struttura privata. Dopodiché pian piano abbiamo trovato la possibilità di acquisire strutture convenzionate perchè in quel momento la regione aveva ridotto il budget e alcune strutture convenzionate dovevano aprire un’attività privatistica essendo in difficoltà.
Questo non fu possibile perchè non avevano le idee e le conoscenze. Noi quindi siamo riusciti ad acquisire queste strutture perchè erano in difficoltà. Perciò oggi lavoriamo sia come privati, sia come privati convenzionati all’interno del sistema sanitario veneto”.