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Virus sinciziale: pronti farmaci di anticorpi monoclonali

Può cominciare la campagna sanitaria su base volontaria contro la bronchiolite data dal virus sinciziale. L'assessore Manuela Lanzarin annuncia i farmaci di anticorpi monoclonali

Abbiamo intervistato Manuela Lanzarin, assessore alla sanità della Regione Veneto. Ci ha parlato della campagna sanitaria per combattere la bronchiolite data dal virus sinciziale: è pronto il farmaco di anticorpi monoclonali.

La situazione sul virus

Spiega Lanzarin: “Noi abbiamo i dati che ci dicono che ogni anno circa mille bambini vengono ricoverati nelle nostre pediatrie. L’accesso al pronto soccorso pediatrico fa emergere impatti importanti sulla loro salute e su quella delle famiglie. In poche parole, questa campagna di prevenzione con questo monoclonale vuole effettivamente dare una svolta e quindi permettere di prevenire questa malattia, le bronchioliti e tutto quello correlato al virus sinciziale”.

“Ho visto, durante l’ultimo inverno, che cosa è successo un po’ in giro per tutta l’Italia. Ho quindi notato non solo il carico ma anche la non possibilità di riuscire a curare tutti, ad andare in ordine con i ricoveri già programmati. In altre parole, ho visto la necessità di rifare l’organizzazione sanitaria nell’affrontare il virus”.

Il farmaco di anticorpi monoclonali

Continua l’assessore: “Questo monoclonale è sicuro, è stato testato in altri paesi e le evidenze oggi danno sicuramente dei risultati molto positivi. Noi abbiamo calcolato di offrirlo a tutti i nuovi nati del Veneto, quindi a 32 mila nati che ogni anno ci sono nella Regione. Questa campagna avrà una spesa di circa 8 milioni, che si copre in parte anche con il risparmio che noi avremmo grazie alle degenze prevenute. Un risparmio, in altre parole, correlato ai ricoveri e agli accessi al pronto soccorsi pediatrici.”

“È una campagna su base volontaria e facoltativa. Ad ogni modo noi cerchiamo di metterla in campo tramite scelte di prevenzione, il SISP, le pediatrie degli ospedali e i pediatri di libera scelta. Tutto questo per andare a contattare quelli che non intercetteremo direttamente nelle pediatrie dopo la nascita.”

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