Oggi abbiamo intervistato Vittorio Pierobon, ex-giornalista, ora in pensione sul suo nuovo libro, Ecosfide. Questo è una raccolta delle più belle storie che ha raccontato nella sua vita, di uomini e donne che hanno un rapporto particolare con la natura.
Vi si approccia attraverso un rapporto con la natura forse ormai perduto ma anche in chiave contemporanea. La prefazione è di Mauro Corona, personaggio di grande notorietà, e un uomo che, visto da vicino senza le telecamere, “ha anche un lato di enorme umanità e dolcezza. Non è così duro come si crede” sosterrà Vittorio Pierobon.
L’intento dello scrittore Vittorio Pierobon
L’ex giornalista sostiene che il libro, nato un po’ per caso, raccolga alcuni dei suoi racconti pubblicati anche sul Gazzettino. Il rapporto di rispetto con l’ambiente è un denominatore comune di questi racconti per riuscire a vivere in armonia con la natura. Le storie sono particolari ed esplosive caratterizzate da personaggi atipici che vivono storie ai limite del possibile ricche di adrenalina. Un alpinista che scala le montagne a piedi nudi. Un ragazzo che comunica con gli alberi. Un uomo che vive in giardino assieme a 40 grandi felini come tigri e pantere.
In giardino con 40 felini
L’autore dice che quest’uomo, si è trovato a vivere in simbiosi casualmente con questi grandi animali. Il primo è stato un cucciolo di puma che aveva perso la mamma, con cui ha creato un legame di imprinting. Gli altri furono raccolti da circhi in chiusura o salvati da brutte situazioni. Per riuscire poi a mantenerli, ha iniziato ad insegnare loro a lavorare nel mondo del cinema, come comparse o in pubblicità. Due di loro sono anche stati portati alla cerimonia del Giubileo dal Papa. Raramente questi felini, come anche per i lupi, rispecchiano veramente il nostro immaginario di pericolo per l’essere umano, essi sono solo alla ricerca di cibo.
Vivere su un rimorchiatore in Laguna
Un’altra storia parla di una coppia, Paolo Beraldo e Maria Luisa De Bin, che hanno deciso di vivere su un rimorchiatore, completamente restaurato, nella Laguna di Venezia. Vicino alla Certosa, loro “sono ormeggiati come se fossero in un campeggio e sono felici perché è impagabile alzarsi al mattino e vedere la Laguna e il campanile di San Marco sullo sfondo” riporta Vittorio Pierobon. Anche questa una scelta di vita molto particolare e difficilmente imitabile.
Il ragazzo che parla con gli alberi
Pietro Manroè, di professione giardiniere di alto livello da grandi parchi, è un tree climber che fa arrampicata con le corde e non con scale o mezzi meccanici. La ragione alla base di questa scelta è la tutela e il rispetto delle piante, soprattutto delle radici che sono la loro fonte di vita e vengono maggiormente rovinate dai macchinari. L’ex giornalista poi dice che “la sua filosofia di vita è quasi una religione”. Ritiene gli alberi quasi degli esseri superiori che devono essere amati. Infatti si occupa della manutenzione della quercia più vecchia del Veneto a Fossalta di Portogruaro che ha circa 700 anni, chiamata “la Vecia”, che è riuscita a scatenare in lui una grande commozione.