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Vongole, torna la pesca illegale in procura

Continua la pesca abusiva attraverso tecniche che rovinano il fondale marino, causando gravi danni anche alla stessa fauna

Pesca di vongole nella zone inquinate di Porto Marghera danneggiando il fondale. Vendita di molluschi senza i documenti sanitari che ne garantiscono la non pericolosità per la salute.

Potrebbe tornare nelle aule giudiziarie l’argomento della pesca selvaggia dopo la famosa maxi inchiesta a laguna reset del 2015 con centoventidue richieste di rinvio al giudizio per altrettanti pescatori. Presentate in queste ore dal procuratore di Venezia Giorgio Gava.

La tecnica utilizzata per pescare le vongole

Secondo il magistrato sono state immesse nel mercato vongole pescate a ridosso dell’area di Porto Marghera piena di metalli pesanti e diossine. Inoltre secondo quanto intende approvare durante il dibattimento la procura è tornata anche la tecnica di pesca usata dai vongolari abusivi di arare i fondali utilizzando motori fuori bordo immersi nella sabbia per spingere le vongole dentro le gabbie con la rete.

Una pratica che finisce con il devastare l’habitat del mare dato che il fondo ospita una grande varietà di organismi che attraverso la loro azione purificano l’acqua del mare.

Due delle sei società di pescatori denunciate hanno convinto della loro estraneità ai fatti il PM. Le altre quattro di Pellestrina, Porto Tolle e del Polesine ora dovrà decidere il giudice per l’udienza preliminare.

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