Oggi Mario Draghi dovrebbe porre la firma sul primo Dpcm del nuovo esecutivo di Governo. La questione più spinosa, quella ancora da risolvere, è legata al mantenimento delle scuole in presenza o al ricorso esclusivo alla didattica a distanza.
Lo scontro del governo sulle restrizioni
Oggi è il giorno del nuovo dpcm. Il dpcm entrerà in vigore il 6 marzo e sarà in vigore fino al 6 aprile.
Il nodo principale riguarda lo stop alla scuola ,da associare, come sostiene il ministro Bianchi e il centrosinistra, a negozi e centri commerciali. Lega e gruppi di centrodestra invece sono per la chiusura solo delle scuole.
Il governo ha comunicato alle regioni che siamo davanti ad una risalita dei contagi con l’incidenza delle varianti anche su fasce di età più basse. E’ pronto lo stop selettivo lasciando liberi i governatori e i sindaci di chiudere le scuole rispettando io parametro di 250 positivi ogni 100 mila abitanti.
Le scuole
Luca Zaia in queste ore ha ribadito che le scuole dovrebbero essere chiuse con numeri più bassi. Non si deve attendere l’impennata per correre ai ripari, altrimenti si rischia di chiudere quando il contagio è già troppo diffuso.
Il presidente veneto chiuderebbe dunque le scuole per salvare le attività produttive in un momento in cui da 8 sono salite a 9 le regioni che hanno superato il 30 % di posti letto occupati nei reparti di terapia intensiva.
Anche l’USL di Jesolo si sta preparando a riaprire il covid hospital. C’è chi parla di una quarta ondata e ci si prepara ad evitarla, afferma il fisico Giorgio Parisi, presidente dell’Accademia nazionale del Lincei. Parisi gela tutti annunciando la terza ondata più contagiosa e letale e invitando a prepararsi alla quarta.