Una posizione decisa
Il tema dell’autonomia differenziata continua a suscitare un acceso dibattito politico, soprattutto in Veneto, dove il presidente della regione, Luca Zaia, rimane al centro della scena.
L’ultima novità è la dichiarazione della Cassazione sulla legittimità del referendum abrogativo della legge Calderoli, punto focale per le discussioni in corso.
Zaia, forte sostenitore dell’autonomia regionale, ha ribadito la necessità di mantenere un percorso deciso e senza intoppi. Tuttavia, la prospettiva di un referendum abrogativo porta a riflessioni strategiche.
Il referendum abrogativo
“Siamo abituati a questi colpi di scena sull’autonomia”, ha commentato il presidente, ricordando le difficoltà incontrate anche nel referendum consultivo regionale del 2017. Secondo Zaia, l’approvazione finale della Consulta, attesa per il 20 gennaio, sarà decisiva per capire se il referendum si farà.
Nel caso di approvazione, Zaia ha suggerito una strategia chiara: i sostenitori dell’autonomia non dovrebbero andare a votare, dato che si tratta di un referendum con il quorum. Questo approccio mira a evitare che la partecipazione elevi le possibilità di raggiungere il quorum richiesto per validare l’esito.
In attesa del verdetto
Parallelamente, il fronte politico rimane spaccato. Europa Verde e altre forze di opposizione, come il consigliere Arturo Lorenzoni, esultano per la legittimità del referendum, definendo la legge Calderoli un “pasticcio” che potrebbe arrecare danni anche al Veneto.
Al contrario, la Lega, con figure come Alberto Villanova e Giuseppe Pan, insiste sull’autonomia come una riforma indispensabile per l’efficienza e la responsabilità dei territori.
Mentre il dibattito si accende, il popolo veneto attende il verdetto della Corte Costituzionale. Il 20 gennaio sarà una data cruciale per decidere se i cittadini potranno esprimersi sulla legge e sul futuro dell’autonomia differenziata in Italia. Nel frattempo, Zaia conferma: “Il problema sarà per chi presenta il referendum, trovare chi andrà a votare”.
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