Imprese preoccupate in vista del 15 ottobre rischiano di avere il 20 % del personale in meno perchè senza green pass. Appello stamane del presidente della regione veneto Luca Zaia al governo per affrontare meno rigidamente le misure nei luoghi di lavoro e la riapertura delle discoteche.
“Non spetta a me a fare ragionamenti per quanto riguarda il green pass, che è stata una scelta del governo. Vedo che è ancora in una fase di conversione di credito, per quello che mi risulta. Spero che il governo cerchi di venire incontro alle imprese e ai lavoratori”.
L’appello del presidente Zaia: “Aiutiamo gli imprenditori in difficoltà”
“Molti imprenditori mi presentano la difficoltà e, in assenza di manodopera, dover rinunciare alla manodopera strategica e dei collaboratori strategici, da un lato. Ad esempio, a riconoscere la validità di una diagnostica che un’impresa può gestire, ad esempio i tamponi salivari, dove a quel punto l’operatore avrebbe più una funzione marginale piuttosto che invasiva e anche questo dovrebbe essere un segnale per andare incontro alle imprese ai lavoratori.”
“Dall’altro, davanti a questo andamento del contagio, forse sarebbe valido riesumare il tema delle durata del tampone di 72 ore, perché permette di decolassare la pressione esistente.”
“L’appello che faccio al governo è che ascolti le istanze degli imprenditori, che raccolgono anche le istanze territoriali, anche in rispetto al rapporto con i lavoratori. Non sono irrilevanti le istanze che mi sono state rappresentate in più occasioni. Noi lasciamo 20 miliardi di tasse venete per tutti gli anni a Roma e, in attesa dell’autonomia, penso che si possa ascoltare l’appello di questo territorio, che penso che sia anche un appello nazionale. ”
Zaia: l’appello al governo per le discoteche
“Io ritengo la proposta per le discoteche impraticabile, perché una capienza del 35% è assurdo. Spero che oggi il Consiglio dei Ministri si riunirà per discutere di questi argomenti. È meglio che provveda a modificare questo 35%, perché sembra una presa in giro. A pochissimi converrà aprire con il 35%, perché è non è economico. Purtroppo, non è un settore che è stato aiutato ed è chiuso ormai da due anni.”