Maria Stella Donà intervista Giovanni Leoni, vice presidente dell’ordine nazionale dei medici. Il dottor Leoni parla delle sempre più frequenti aggressioni ai danni di medici ed operatori sanitari.
Aggressioni ad operatori sanitari
Secondo le statistiche, ogni giorno in Italia quattro medici vengono aggrediti, il 71% sono donne. Questo anche perché negli ultimi decenni si è verificata una trasformazione al femminile della professione. Ad oggi, il 60% degli iscritti all’Albo sono donne, che devono quindi ricoprire tutti i ruoli. Soprattutto al Sud la situazione è drammatica e si verificano molti casi di aggressione anche ai pronti soccorsi e guardie mediche. Queste specialmente si trovano spesso in luoghi isolati e privi di sistemi di sicurezza.
Non molto tempo fa, a Cavarzere, un medico di medicina generale è stato aggredito è stato aggredito da uno dei suoi pazienti, affetto da problemi psichiatrici. Il medico ha riportato una frattura allo zigomo con necessità di intervento chirurgico. Al di là della gravità del gesto compiuto, il fatto ha anche minato la relazione successiva del medico, che ora non si sente più sicuro sul suo posto di lavoro.
Le motivazioni dietro ad un’aggressione possono essere le più disparate, dall’abuso di alchol o sostanze stupefacenti, problemi psicologici, fino ad eccessi d’ira dovuti alla lunga attesa al Pronto Soccorso. Tra questi si annovera anche la pretesa di prescrizioni di farmaci. Proprio per questo motivo a Bari una dottoressa è stata addirittura minacciata con una pistola.
Giovanni Leoni
Giovanni Leoni è impegnato proprio in questi giorni in una serie di convegni e incontri alla Camera e al Senato per trovare un modo per ovviare al problema delle aggressioni agli operatori sanitari. Si sta cercando di creare una legislazione, già passata al Senato, ed ora in attesa dell’ok da parte della Camera. Al momento funge da deterrente, ma la certezza della pena deve essere ben chiara.